Coronavirus

Blocchi e coprifuoco: così Codogno è riuscita nell'impresa dei zero contagi

La testimonianza dell'efficacia delle ferree restrizioni e del buonsenso dei cittadini: "Serve prudenza ma le misure possono avere inciso"

Blocchi e coprifuoco: così Codogno è riuscita nell'impresa dei zero contagi

Per la prima volta a Codogno non si è registrato alcun contagio da Coronavirus: il Comune, diventato ormai noto per aver fatto registrare il primo ricoverato da Covid-19 in Italia, può gioire minimamente ma con tutti gli scongiuri e le cautele del caso. Sul sorprendente dato di ieri è intervenuto in prima persona il sindaco Francesco Passerini: "Siamo particolarmente felici di questo che ci sembra un grande risultato, ma vogliamo dire che noi, che siamo stati zona rossa del Lodigiano, la quarantena l'abbiamo fatta seriamente e certamente è per questo che adesso assistiamo al calo che speravamo". Il presidente della Provincia di Lodi ha però voluto anche avvertire: "La battaglia non è finita, ma se manterremo tutti quanti i comportamenti intelligenti dettati dal governo allora avremo solo qualche settimana di sacrificio e poi ne saremo fuori".

Codogno, Casalpusterlengo e Castiglione d'Adda - i tre paesi individuati come il centro del focolaio lombardo - sono stati sottoposti a misure molto rigide con il fine di contenere il contagio. E a distanza di oltre due settimane è arrivato il primo segnale di fiducia, così come dimostra la decisione presa domenica dal governo e dall'Istituto superiore di sanità sull'allentamento delle restrizioni sulla zona rossa. Non è un caso che proprio nella giornata di ieri Attilio Fontana abbia chiesto all'esecutivo di adottare le medesime ferree misure.

Così Codogno sta per rinascere

La proposta del governatore della Regione Lombardia si basa sulla matematica del contagio e sul fattore R0, ovvero il cosiddetto tasso di contagio potenziale di ciascuno “positivo”. Come riportato dal Corriere della Sera, l'epidemia da Covid-19 ha un indice di 2.5; il contagio si arresta quando scende a 1. Nel Lodigiano si sta osservando proprio questo: il rapporto tra malati e nuovi contagiati sta scendendo a un valore vicino a 1. Un responso positivo lo fornisce anche la curva dei contagi, che sta scendendo da diversi giorni mentre nel resto della Lombardia continua a crescere.

Un primo studio realizzato dagli esperti dell'Unità di crisi della Regione ha confermato: "Nel periodo dal primo al 4 marzo nella zona rossa (Codogno) c’è stato un andamento stabile di tamponi positivi rispetto ai giorni precedenti (26-29 febbraio) e una diminuzione del 30% circa rispetto al periodo 21-25 febbraio quando è emerso il cluster". I tecnici perciò, con molta accortezza, starebbero promuovendo la serie di misure adottata: "Leggendo con estrema prudenza questo dato possiamo ipotizzare che le misure di contenimento del virus (diminuzione delle interazioni sociali) possano aver dato un contributo nel non incremento dei positivi". Nell'intera provincia di Lodi il dato è salito di soli 35 casi. Guardando il trend rispetto agli ultimi sei giorni, il quadro è chiaro: dai 559 del 4 marzo si è arrivati ai 963 (404 in più) con una crescita del 72%. A Bergamo, Brescia, Cremona, Milano e Pavia i casi sono più che triplicati: da 1.154 a 4.135 (+433).

Ciò testimonia l'efficacia delle ferree regole e degli ingenti sacrifici imposti ai cittadini di Codogno, tra blocchi, chiusure e coprifuoco. Ma va detto anche che gli abitanti hanno risposto in maniera esemplare: il 99,94% ha rispettato le regole. Il che certifica come pure i giusti comportamenti e la legalità siano gli antidoti al Coronavirus.

Il buonsenso può (ancora) salvarci.

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