Borgosesia, i bambini tornano in classe. I genitori: "Nessuna paura per i contagi"

Grande soddisfazione a Borgosesia per l'iniziativa intrapresa dal sindaco leghista che oggi ha riaperto le scuole per venire incontro ai genitori che devono riprendere l'attività lavorativa

Borgosesia, i bambini tornano in classe. I genitori: "Nessuna paura per i contagi"

"È stato un rientro composto, all’insegna della novità di un servizio che tanti concittadini si aspettavano". Paolo Tiramani, sindaco leghista di Borgosesia, raggiunto telefonicamente da ilGiornale.it, si mostra visibilmente soddisfatto per essere riuscito a far partire il suo progetto di riapertura delle scuole.

Il progetto del sindaco di Borgosesia

Non si tratta della tradizionale ripresa delle lezioni, ma di "un servizio di assistenza educativa che si svolge in strutture comunali che garantisce a quei genitori che sono rientrati nel posto di lavoro di lasciare i propri figli in un luogo sicuro", aggiunge il primo cittadino che ieri ci ha spiegato i motivi per i quali ha intrapreso questa iniziativa. I bambini, dice il responsabile della sicurezza comunale Stefano Vantaggiato, "anziché fare i compiti a casa da soli con i genitori hanno la possibilità di farli in questi locali con gli operatori di una cooperativa specializzati in pedagogia". Sono dipendenti della cooperativa Alemar che, già prima dell'emergenza coronavirus, lavoravano da diversi anni per conto del Comune nell'ambito dei servizi educativi e di assistenza alla persona. Il suo presidente, Emanuele Ciarutti, garantisce che tutti gli operatori coivolti in questo progetto "i hanno già fatto i test sieriologici, i tamponi e dispongono di tutti i dispositivi individuali" per svolgere tutte le varie attività ludico-educative sia all'esterno sia all'interno dei locali scelti.

Il progetto riguarda in totale 8 bambini che sono stati divisi in due aule dell'asilo nido comunale e altri 13 che frequentano le elementari e che, ora, sono stati smistati in 3 aule del centro polifunzionali Paolocco, un secondo locale di proprietà comunale, dal momento che il ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina ha cercato di boicottare l'iniziativa vietando l'uso delle scuole di proprietà del ministero. Le maestre, infatti, non saranno presenti, ma continueranno a lavorare tranquillamente da casa e i loro alunni seguiranno le videolezioni o faranno i compiti, seguiti dagli operatori della cooperativa. "Ci sarà, poi, la pausa pranzo con pasti monodose cucinati dalle mense che i bambini consumeranno ognuno nella propria classe", ci spiega Vantaggiato.

Le reazioni dei genitori

Dai genitori che hanno deciso di aderire all'iniziativa, invece, non si segnalano timori per eventuali contagi. "Con tutte le informazioni che ci sono state date non ho paura perché i protocolli di sicurezza sono quasi più rigidi di quelli che vengono adottati nella fabbrica dove lavoro", ci dice Francesco Fruet, operaio e padre di due bambini di 4 e 8 anni residente a Borgosesia. "So che disinfetteranno i banchi ogni ora, faranno lavare e disinfettare le mani ai bambini ogni ora", aggiunge il genitore convinto che i suoi figli debbano stare insieme ad altri bambini. "Sono rinchiusi in casa da due mesi e hanno bisogno di interagire con i loro coetanei e che siano stimolati dal personale qualificato per l’assistenza e la cura dei bambini. Noi genitori arriviamo dove possiamo", aggiunge. "Quando ho saputo di questa iniziativa ho spiegato al sindaco che quel che conta non è la quantità del tempo che posso dedicare ai miei figli, ma la qualità", ha concluso Fruit.

L'iniziativa, nata per volontà del sindaco di Borgosesia, è stata replicata anche nei vicini comuni di Varallo e Quarona. Claudio Tortoriello, dipendente come sua moglie in una ditta tessile di Quarona, ci spiega che per loro era impossibile trovare una soluzione alternativa, visto e considerato che i loro orari si accavallano. "Abbiamo tre nonni di 75 anni e nessun altro che ci possa tenere i nostri due bambini, rispettivamente di 6 e 7 anni", spiega. Oltretutto, in questo periodo, le famiglie devono guardare anche al portafoglio. "Lo Stato ci dà 600 euro di bonus baby-sitter e i congedi parentali, 15 giorni al 50%, sono buttati sul tavolo così e non servono a niente", sottolinea Tortoriello che conclude: "A parità di costo, non ne vale la pena lasciarli con un baby-sitter. Noi spendiamo 400 euro p un mese, ma i pasti sono compresi".

La nota del ministero dell'Istruzione

Il Miur, però, non ci sta e, con una nota, replica a quanto si legge sul pezzo di Repubblica"in cui si lascia intendere che la Ministra Azzolina avrebbe bloccato il progetto di riapertura delle scuole nel comune di Borgosesia per 'fastidi personali'".

Il Ministero dell'Istruzione fa notare "che il progetto locale era semplicemente in aperto contrasto con il quadro normativo e le disposizioni vigenti per il contenimento della diffusione del Covid-19. Pertanto, l'Ufficio scolastico territoriale di Vercelli ha scritto nella giornata di ieri ai dirigenti scolastici delle scuole interessate, ricordando le norme attualmente in vigore".

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