Ci sono momenti preziosi fatti di amore, quelli trascorsi con la famiglia. La vita quotidiana è frenetica, anche per i figli, e si corre il rischio di trascurare proprio i rapporti per noi più importanti. Non per cattiva volontà. Per stanchezza. Le relazioni con i figli o con il coniuge o con i genitori sono pianticelle verdi da innaffiare ogni giorno, con cura e con calma.
Ma capita spesso di non riuscire neppure a vedersi, ognuno perso dentro i fatti suoi. Ci sono momenti preziosi fatti di nulla. Bighellonare in bicicletta per esplorare la città: il fiume, gli argini, i baracchini più lontani. Leggere un romanzo a caso, preso dalla libreria in salotto, e perdersi in fantasticherie. Ascoltare i dischi del fratello maggiore. Ci sono momenti preziosi fatti di amicizia. Le partite di calcio interminabili all'oratorio, i primi baci, per ora solo sognati. L'amicizia è strana. Spesso diventa incrollabile solo se è cominciata negli anni in cui insieme si scoprono la vita e l'amore. Ai sentimenti di quel periodo si rimane fedeli, di solito. Dentro ognuno di noi c'è un adolescente, magari in un angolo, ma sempre pronto a svegliarsi. Si impara anche lontano da scuola e si impara in luoghi nuovi e da persone inaspettate. Spesso si imparano così le lezioni che ti rendono un uomo.
Per tutti questi motivi ritengo del tutto sensata la circolare annunciata dal ministro dell'Istruzione Marco Bussetti nel corso dell'incontro con il Garante per l'infanzia: «Vorrei sensibilizzare il corpo docente e le scuole ad un momento di riposo degli studenti e delle famiglie affinché vengano diminuiti i compiti durante le vacanze natalizie». Sottolineiamo: natalizie. Un periodo dunque imparagonabile, come durata, alla pausa estiva. Bussetti ha aggiunto: «Vorrei dare un segnale per la diminuzione dei compiti durante le vacanze, compiti che gravano sugli impegni delle famiglie. Penso a questi giorni di festività e ai ragazzi e alle famiglie che vogliono trascorrerli insieme».
Le reazioni sono state, come immaginabile, diverse, si sono formati subito due schieramenti, uno pro e l'altro contro la posizione di Bussetti. Tutti hanno buone ragioni: i compiti hanno un valore educativo. Il bambino (e poi il ragazzo) deve imparare a gestirsi e studiare da solo. Anche così si conquista la maturità. Nessuno nega che questo sia vero e nessuno auspica che le scuole diventino meno esigenti.
Ma nei giorni di Natale, in cui miracolosamente siamo tutti a casa nello stesso momento, vorrei che tra me, mio figlio e mia moglie non ci fosse nulla
a parte l'amore (e una fetta di panettone). Volete comunque che il figlio si tenga in allenamento? Prendetelo per mano e portatelo in un museo o al cinema. Pazienza se non impara nulla. Forse da adulto se ne ricorderà...
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