Cronache

Buco da 40 milioni per l'Inps

La procura di Nocera indaga sull’attuale direttore generale dell’Inps, Massimo Cioffi, per un'evasione fiscale da 40 milioni creata tra il 2006 e il 2014 quando era capo delle Risorse Umane Enel.

Buco da 40 milioni per l'Inps

Evasione da 40 milioni per l’Inps. La procura di Nocera indaga sull’attuale direttore generale dell’ente previdenziale, Massimo Cioffi, voluto dal presidente Tito Boeri ma accusato anche dal capo della vigilanza di voler insabbiare gli accertamenti su un presunto buco da 40 milioni di euro per le casse dell’Inps. Buco creato dall’Enel con l’esodo incentivato di circa 15mila lavoratori, tra il 2006 e il 2014 quando Cioffi svolgeva il ruolo di capo delle Risorse Umane Enel.

La procura sta indagando per verificare se a livello penale esiste un conflitto di interessi configurabile come abuso d’ufficio. Tutto ha inizio nel 2012 da un’indagine su assunzioni fittizie in aziende dell’agro nocerino, mentre il filone Enel è entrato solo a novembre scorso, quando i magistrati hanno chiesto i primi documenti alla direzione centrale. Libero Quotidiano racconta di aver affrontato questo tema già a dicembre quando si pensava che il buco fosse di 20 milioni ma la recente deposizione in procura di Fabio Vitale, direttore della vigilanza, portato alla luce i dati aggiornati. Le voci che avrebbero provocato il buco riguardano il mancato versamento dei contributi relativi al tfr e alle mensilità aggiuntive.

Una precedente deposizione c’era stata il 13 di novembre, giorno in cui Vitale spedì un sms a Cioffi in cui scriveva di aver risposto ad alcune domande sulla vicenda Enel e, a quel punto il collega lo denunciò con l’accusa di violazione del segreto investigativo, sebbene il messaggio non contesse nulla di rilevante. Messo sotto intercettazione dai carabinieri si è scoperto che Vitale non aveva detto tutto e perciò è stato risentito dalla procura in veste di testimone ma senza avvocato. A questo punto Vitale ha raccontato che accertamenti sull’esodo del personale Enel erano iniziate già nel 2013, prima che lui diventasse direttore della Vigilanza (settembre 2014). Vitale proseguì, anzi estese gli accertamenti a tutte le società del gruppo Enel e da lì in poi iniziò a subire pressioni per fermare il suo lavoro di controllo in quanto Cioffi stava per diventare il nuovo dg dell’Inps, cosa che avvenne il 27 febbraio 2015. Cioffi in persona arrivò persino a sospenderlo per 120 giorni per alcune presunte violazioni amministrative che riguardavano il periodo in cui lavorava in Toscana. Anche una volta che l’attività ispettiva della Vigilanza si concluse la Direzione Centrale dell’Inps tenne la pratica Enel ferma per mesi. Un altro elemento di pressione fu la proposta che Cioffi fece a Vitale, nel periodo della sua sospensione, di lasciare la Vigilanza per un altro incarico.

Vitale rifiutò questa offerta e, quando tornò al suo posto, il 18 gennaio scorso concluse i suoi accertamenti e certificò che per il periodo 2006-2011 c’erano 5 milioni di euro contestabili, mentre per il 2011-2015 la cifra sale a 35 milioni di euro.

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