Coronavirus

Cade in smart working: risarcita con 20mila euro

Dopo un ricorso all'Inail, che inizialmente non aveva riconosciuto il nesso tra l'attività svolta dalla donna e l'infortunio, la vittima ha ricevuto gli indennizzi previsti da un infortunio sul lavoro

Cade in smart working: risarcita con 20mila euro

Cade dalle scale mentre contatta telefonicamente una collega durante l'orario di smartworking e subisce alcune fratture: per la prima volta l'incidente viene riconosciuto come infortunio sul posto di lavoro. Protagonista dell'episodio una donna trevigiana di 50 anni, che svolge l'attività di impiegata amministrativa presso un'azienda metalmeccanica. Come accaduto a tanti italiani in tempi di pandemia e lockdown, tuttavia, la vittima si è dovuta adattare ad eseguire le proprie mansioni da remoto. Mentre svolgeva il proprio lavoro in condizioni di smartworking, la donna ha subito un grave infortunio lo scorso mese di settembre. Tutto è accadudo mentre la stessa stava contattando telefonicamente una collega in orario di servizio: mettendo male un piede mentre scendeva le scale di casa, infatti, la 50enne è scivolata e caduta rovinosamente a terra, riportando a causa di ciò diverse fratture.

"La dipendente è andata subito in pronto soccorso dove ha accuratamente raccontato cosa le era accaduto, quando e in che modalità", racconta, come riportato da Il Messaggero, la responsabile del settore tutela della salute della Cgil di Treviso Valentina Dalle Feste."Da lì, come da prassi, è partita la segnalazione all’Inail mentre la donna ha denunciato l’infortunio al suo datore di lavoro".

L'Inail, tuttavia, non ha voluto inizialmente accettare l'idea che potesse esserci un nesso tra l'attività che la donna stava svolgendo al momento della caduta e le sue specifiche mansioni, rifiutandosi pertanto di riconoscere l'infortunio sul lavoro."La signora è venuta da noi e abbiamo subito fatto un ricorso amministrativo all’Inail", spiegano dalla Cgil, "e così tutta la pratica è stata ripresa in mano". L'istituto ha effettuato quindi una revisione del caso, arrivando infine a riconoscere l'esistenza di un legame tra l'infortunio in casa ed il fatto che nel mentre la 50enne stesse svolgendo le proprie mansioni in smartworking come concordato col proprio datore di lavoro. Determinante, spiega Valentina Dalle Feste,"l'essere caduta telefonando a una collega con il telefono di lavoro", un elemento che non poteva non essere preso in considerazione dall'Inail. "È la prima volta", dichiarano dalla Cgil di Treviso, "che viene riconosciuto un infortunio sul posto di lavoro in modalità smartworking. Il ricorso che abbiamo presentato sta facendo scuola. L’Inail ha riconosciuto un nesso di causalità, dimostrando un atteggiamento di grande disponibilità. Questo precedente adesso farà diritto".

La vittima è stata risarcita non solo con la copertura dei giorni di malattia, ma anche con 20mila euro di indennizzo per danno biologico e visite e terapie gratis senza obbligo di ticket a causa del danno permanente subito.

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