Ma quanta paura fa Mario Draghi, se il solo suo apparire sulla scena in un'innocua pubblica conferenza agita i servi di Conte, che si sono precipitati a difesa del loro padrone? Li capisco, anche Egidio Calloni, sciagurato centravanti del Milan anni Settanta oggi gelataio, avrebbe temuto il solo apparire all'orizzonte di Maradona, Messi o Ronaldo. È che con il simpatico Calloni mangia gol lì davanti, il Milan non andò lontano, anzi di lì a poco sarebbe sprofondato in serie B. Per cui ci sta che chi pensa che Conte-Calloni sia la soluzione veda come fumo negli occhi la sola possibilità che il proprio beniamino debba vedersela con dei fuoriclasse. Facile giocare con il povero Zingaretti o un Renzi più che dimezzato, ostaggio del proprio ricatto. Altro sarebbe se nel mercato autunnale qualcuno avesse il coraggio di fare il colpaccio andando a pescare tra i campioni invece che tra le riserve.
Io non penso che Mario Draghi sia disponibile a scendere in campo, sicuramente non senza una squadra costruita attorno a lui: non è come Conte che raccatta chicchessia - Salvini e Zingaretti pari sono - pur di stare a Palazzo Chigi. Ma se noi non passiamo dal governo dei mediocri a quello degli eccellenti, non usciremo mai dal pantano in cui siamo finiti proprio per essere stati governati negli ultimi dieci anni da mediocri, usurpatori o funamboli. Cinque Stelle e Pd possono trovare tutti gli accordi elettorali e i compromessi politici che vogliono, e se li raggiungono possono anche provare a tirare avanti, ma la situazione non cambierà di un centimetro se nel loro orizzonte non comparirà un leader forte, autorevole e di statura internazionale (l'ultimo che abbiamo avuto, era sull'altra sponda, si chiama Silvio Berlusconi e forse non a caso ha fatto la fine che ha fatto). La nostra maledizione è che siamo destinati a vivere in una Repubblica guidata da mediocri, a leggere opinioni di ambiziosi ma mediocri giornalisti e commentatori, che in quanto mediocri inorridiscono all'idea che uno come Mario Draghi possa anche solo pensare di rendersi disponibile a dare una mano al Paese.
Noi siamo diventati un Paese di serie B perché abbiamo una classe dirigente di serie C che a botte di fortuna (e di trucchi tipicamente italici)
gioca in una categoria superiore alle sue possibilità. Ma che non potrà mai, dico mai, aspirare, come il milanista Calloni, a qualche cosa di più. E finirà, bene che vada, a fare il gelataio (detto con rispetto ai gelatai).
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