"Cambiate il nome di Battiato sulla lapide". Ed è bufera su Morgan

Morgan si è esposto sui social per chiedere che sulla lapide di Battiato compaia il nome "Franco" e non quello di battesimo "Franco"

"Cambiate il nome di Battiato sulla lapide". Ed è bufera su Morgan

Ancora una polemica per Morgan, che dal suo profilo Facebook punta i piedi e invoca una forma di rispetto nei confronti di Franco Battiato, il cantautore scomparso pochi mesi fa. Con una foto scattata davanti alla lapide nel luogo di sepoltura di uno dei più grandi artisti musicali del Novecento italiano, infatti, Morgan si appella affinché il nome venga modificato: non quello di battesimo, Francesco, ma Franco, quello con il quale il cantautore è stato universalmente conosciuto. "Morgan chiede, per il rispetto che gli è dovuto, la modifica alla lapide di Battiato, dove, invece che portare inciso il nome che tutti associano alla sua riconosciuta popolare grandezza, si legge 'Battiato Francesco'", si legge su Facebook.

Un post che ha scatenato la classica onda di polemiche. "Ora, d’accordo che evidentemente all’anagrafe così sia stato registrato 75 anni fa, come la burocrazia impone, nell’ineleganza di anteporre il cognome di famiglia al nome proprio, e vabbè", scrive Morgan nel suo post, per poi aggiungere: "Se è vero che tutti gli esseri umani nascono tabulae rasae è anche vero che poi nella vita se la giocano e alcuni si differenziano per meriti dagli altri, e sono proprio una testi 'altri' a decretare la loro eccellenza, ammirandoli, stimandoli, amandoli e rispettandoli".

Morgan ha sempre dimostrato profondo rispetto e stima nei confronti di Franco Battiato e probabilmente nasce da questo la sua sensibilità su questo tema, che l'ha portato a esporsi pubblicamente sui social con questo appello. Per suffragare la sua tesi, quindi, Morgan ricorre alla tecnica esemplificativa: "Conoscete Leonardo Da Vinci? Si. Perché ha dipinto la Gioconda. Il mondo si ricorderà per sempre e custodirà questa opera firmata da un toscano del quattrocento chiamato Leonardo". Un nome impossibile da dimenticare, facilmente collocabile nel tempo e nel contesto per il suo nome e le sue opere. Morgan prosegue: "Conoscete Robert Jones? Onestamente no. Ma come? È uno dei più grandi comunicatori del 900 e anche dei cantanti e anche dei performer. Ma davvero? Strano, non lo conosco".

Effettivamente, il nome Robert Jones dice poco e niente a gran parte del pubblico, ma poi Morgan svela l'arcano: "Si chiama David Bowie in realtà. All’anagrafe David Robert Jones, ma per la storia dell’arte David Bowie". L'intento di Morgan sembra essere quello di non cancellare quanto in vita fatto da Franco Battiato, facendo in modo che venga ricordato con il nome che l'ha reso celebre, non con quello scelto per lui alla nascita. "Franco Battiato è stato e sempre sarà uno dei più grandi artisti che l’Italia ha cantato e sempre verrà ricordato con questo nome. Perché allora sulla lapide che ne dovrebbe portare iscritta la memoria è stato inciso nel marmo Battiato Francesco?", conclude Morgan.

In tanti, però, hanno criticato il cantautore per la sua presa di posizione contro la decisione della sua famiglia. "Lasciamo il dolore ai familiari e la pace al nostro amatissimo artista siciliano. Quello che trovo di cattivo gusto e far polemica su quanto riguarda, in maniera diretta o indiretta, una persona che non c'è più", si legge in uno dei commenti, quasi tutto dello stesso tenore. Nei messaggi si legge anche il breve aneddoto che spiega come nacque il nome d'arte: "Il nome Franco glielo diedero Giorgio Gaber ed Ombretta Colli poco prima di salire sul palco in una lontana trasmissione Rai degli anni ‘60. Per non confonderlo con l’altro Francesco debuttante di giornata in televisione, Guccini".

Tra i tanti che lo criticano, altrettanti appoggiano il pensiero di Morgan: "Bravo Morgan, il senso del tuo commento è chiarissimo e decisamente condivisibile . Ciò ad onta di chi si serve di ogni pretesto per fare sterile polemica divenendo spesso offensivo non rendendosi conto di quanta stupida cattiveria si legga nei loro commenti".

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