Cardano al Campo: vigile urbano entra in municipio e spara al sindaco e vicesindaco

Scene da Far West nel comune di Cardano al Campo: un vigile sospeso dal servizio fa fuoco contro sindaco e vicesindaco

Cardano al Campo: vigile urbano entra in municipio e spara al sindaco e vicesindaco

Scene da Far West in un comune in provincia di Varese, Cardano al Campo. Un uomo è entrato negli uffici intorno alle 9.30 e ha sparato al sindaco Laura Prati, 48 anni, che è rimasta gravemente ferita. Colpito di striscio anche il vicesindaco, Domenico Iametti. Il sindaco è stato colpito all’addome ed è stato trasportato all’ospedale di Gallarate, il vice sindaco invece è stato colpito alla testa e portato con l’eliambulanza all’ospedale di Varese. A fare fuoco è stato un vigile urbano sospeso dal servizio, Giuseppe Pegoraro (60 anni). Datosi alla fuga l'uomo è stato fermato dai carabinieri vicino a Gallarate. Sposata, due figli (di 20 e 10 anni), la Prati è stata eletta sindaco di Cardano al Campo nel maggio 2012 con la lista di centrosinistra "Cardano Vive", che ha raccolto il 34,4% dei voti. Costantino Iametti, vice sindaco, ha 76 anni, sposato, ha due figli e tre nipoti.

Dopo aver sparato Pecoraro è entrato nella sede del sindacato Spi Cgil (Sindacato Pensionati Italiani) in via Mameli, vicino al municipio, urlando ha fatto uscire le persone che erano nel locale e poi ha lanciato quello che ai presenti è apparso come un fumogeno o un rudimentale ordigno incendiario. Lo ha raccontato Umberto Colombo, segretario dello Spi Cgil di Varese, che si è subito recato sul posto, tuttora transennato dalle forze dell’ordine.

"Non mi risulta che l’uomo avesse problemi psichici, ma alcuni anni fa era successo che nel corso di una lite con un collega lo aveva minacciato con la pistola d’ordinanza", ha
spiegato l’ex sindaco di Cardano al Campo, Mario Aspesi. L’autore del gesto, residente a Busto Arsizio (Varese), da circa tre anni lavorava nell’ufficio tecnico occupandosi di ecologia. Era stato sospeso a causa di una truffa avvenuta nel 2004 e nel 2005, ad opera di alcuni dipendenti che timbravano il cartellino al posto di altri colleghi che non risultavano al lavoro.

La dinamica

Entrao nell’ufficio del sindaco Pegoraro ha sparato tre volte a Laura Prati e immediatamente dopo anche al vicesindaco, che era nella stanza. Tre colpi contro la prima, ferita all’addome e ad un braccio e altrettanti al suo vice colpito di striscio alla testa, all’addome e ad una gamba. L’unico agente di polizia municipale presente in quel momento in Comune ha rincorso l'aggressore dando vita ad una sparatoria quando Pegoraro non ha esitato a puntare l’arma contro di lui e a sparare. Fuggito a piedi l'uomo è entrato in una vicina sede della Cgil, che dista un centinaio di metri dal Comune, e dopo aver costretto tutti ad uscire ha lanciato un fumogeno per poi tentare nuovamente di dileguarsi.
Uscendo dal palazzo, ha incrociato una volante della polizia e prendendo uno dei due fucili che nascondeva nella sua auto, precedentemente parcheggiata, ha subito sparato contro gli agenti. I poliziotti si sono messi al riparo e, anche per la presenza di numerose persone nel centro del paese in quel momento, lo hanno pedinato armi in pugno. Nel frattempo sono giunte sul posto altre pattuglie e uomini in borghese che lo hanno marcato stretto per impedirgli di sparare ancora ma hanno atteso il momento giusto, quando lui pensava ormai di aver seminato gli agenti, per prenderlo alle spalle e immobilizzarlo.

Nella sua macchina oltre alle due pistole semiautomatiche, calibro 7.65, Pegoraro aveva una carabina con un’ottica di precisione e un fucile da caccia oltre a molte munizioni. Scortato al commissariato di Gallarate, non ha dato giustificazioni al suo folle gesto.

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