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Il cardinale sul Global Compact: "Dispiace assenza dell'Italia"

Il segretario di Stato della Santa Sede si è detto dispiaciuto per la mancata partecipazione dell'Italia al Global Compact: "Non si lascino le persone in strada"

Il cardinale Parolin e Papa Francesco
Il cardinale Parolin e Papa Francesco

Il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, si è detto dispiaciuto per la mancata sottoscrizione del Global compact da parte dell'Italia. Il Vaticano aveva già fatto conoscere il suo pensiero poche ore dopo la notizia relativa alla non adesione. Sono dichiarazioni che assumono pure una valenza politica: si parla con sempre maggiore insistenza della creazione di un partito formato da cattolici e supportato sia dalla Cei sia dalla segreteria di Stato.

Il ministro degli Esteri della Santa Sede sarà a capo della delegazione vaticana che si recherà in Marocco per firmare ufficialmente il patto non vincolante promosso dall'Onu su migranti e gestione dei fenomeni migratori: "Da parte nostra - ha dichiarato il porporato italiano, durante la giornata di ieri - il discorso è molto chiaro. Prima di tutto deve prevalere un senso profondo di solidarietà. Non si possono mettere le persone in queste situazioni". Non è possibile, in sintesi, abbandonare alla sorte coloro che tentano di raggiungere le coste del Vecchio Continente.

Le istituzioni della Chiesa cattolica hanno partecipato alla composizione del Global compact, promuovendo venti punti da tenere in considerazione. Il governo gialloverde è in buon compagnia. Non firmeranno neppure Stati Uniti, Australia e buona parte dei paesi che appartengono al gruppo di Visegrad. Ma cosa pensano in Vaticano della mancata partecipazione del Belpaese? "Non giudico nessuno - ha specificato Parolin - , posso esprimere soltanto il mio dispiacere, proprio perché pensiamo che il Global compact possa essere uno strumento utile". E ancora: "Non solo l’Italia ha deciso di non partecipare, ci sono altri Stati… Speriamo che questo non faccia venire meno l’impegno della comunità internazionale. Questo tema ha bisogno di essere affrontato in maniera comune e globale".

Dalle parti di piazza San Pietro, insomma, sembrano preoccupati per la possibile non riuscita di un disegno volto alla regolarizzazione e al coordinamento delle politiche messe in campo sull'immigrazione.

Il cardinale ha infine operato un paragone tra l'oggetto del Global compact e le conferenze multilaterali inerenti ai cambiamenti climatici.

La Santa Sede vorrebbe una dialettica continuativa, in grado di poter fornire risposte condivise a problematiche non risolvibili altrimenti.

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