Cronache

Carminati torna libero ​per scadenza dei termini

Dopo 5 anni e 7 mesi di reclusione, Massimo Carminati lascerà oggi il carcere di Oristano. Accolta dal tribunale della libertà la richiesta degli avvocati Cesare Placanica e Francesco Tagliaferri, che hanno presentato un'istanza di scarcerazione per scadenza dei termini di custodia cautelare

Carminati torna libero ​per scadenza dei termini

È tornato in libertà Massimo Carminati, conosciuto anche con il nome de il "Nero" del Mondo di mezzo. Recluso all'interno del Massama di Oristano, l'oggi 62enne ha lasciato alle 13:30 di oggi il penitenziario in seguito alla scadenza dei termini di custodia cautelare, dopo aver trascoso 5 anni e 7 mesi dietro le sbarre. Nessuna dichiarazione alla stampa riunita per l'occasione: stando alle ultime notizie, Carminati è salito su un taxi e se ne è andato.

Esponente del gruppo eversivo Nuclei armati rivoluzionari (Nar), poi affiliatosi alla Banda della Magliana, fu arrestato la mattina del 2 dicembre 2014 dopo essere finito al centro dell'inchiesta Mafia Capitale. Dopo un periodo trascorso nella struttura penitenziaria di Parma, dove era stato sottoposto al regime del 41/bis, Carminati era poi stato trasferito nel carcere sardo di massima sicurezza nel 2017.

Oggi, invece, arriva la scarcerazione. Nell'inchiesta Mafia Capitale (o Mondo di mezzo) si era contestato a Carminati ed a Salvatore Buzzi il reato di associazione mafiosa. Ipotesi, questa, esclusa dalla Corte suprema di cassazione, che si è di fatto espressa in maniera opposta rispetto alla sentenza precedente, confermando quanto invece stabilito in primo grado. Fatto, questo, che ha generato diverse polemiche. Nel motivare la propria decisione di respingere l'ipotesi mafiosa, i giudici della Cassazione hanno dichiarato, come riportato da "Nova", che i colleghi della Corte d'Appello avevano proposto "argomentazioni generiche e che si smentiscono con la stessa lettura". E ancora: "Non risulta affatto il ruolo di Carminati quale terminale di relazioni criminali con altri gruppi mafiosi".

L'istanza di scarcerazione per scadenza dei termini di custodia cautelare presentata dai legali del "Nero", rifiutata per ben tre volte dalla Corte d'Apello, è stata successivamente accolta dal tribunale del riesame. Tanta la soddisfazione espressa dagli avvocati Cesare Placanica e Francesco Tagliaferri che hanno assistito Carminati. "Siamo soddisfatti che la questione tecnica che avevamo posto alla Corte d'Appello e che tutela un principio di civiltà sia stata correttamente valutata dal Tribunale della libertà", hanno dichiarato ad AdnKronos.

"Quando si tratta di Carminati bisogna sempre ingaggiare lotte giudiziarie senza quartiere. Prima è avvenuto nel processo di primo grado, dove è stato al 41 bis per 4 anni, per arrivare poi in Cassazione dove è stata disintegrata l'ipotesi accusatoria rilevando che di mafia non c'era nulla", ha aggiunto Tagliaferri, parlando ai microfono di Agi. "Lui oggi esce per decorrenza termini, è un automatismo. E anche qui è stata una battaglia, perché abbiamo subito tre ordinanze di rigetto della Corte di Appello, basate su presupposti variegati e tutti evidentemente ritenuti infondati".

"Noi avevamo stimato fossero scaduti i termini il 30 di marzo quando abbiamo presentato la prima istanza, l'ordinanza del Tribunale parla invece del 7 aprile, pochi giorni di differenza che confermano però quello che dicevamo: i termini sono scaduti e quindi Carminati, giustamente, continuerà il processo da uomo libero", ha poi proseguito Tagliaferri.

"Siamo soddisfatti che il principio di diritto che invocavamo, inspiegabilmente disatteso dalla Corte di Appello, sia stato, com'era inevitabile, riconosciuto dal Tribunale della Libertà", ha invece rimarcato Placanica. "A fine marzo aveva già scontato il tetto massimo dei due terzi del reato più grave che gli è stato contestato, una corruzione".

Duro il giudizio di Francesco Giro, senatore di Forza Italia, che ha sentenziato, come riportato da Lapresse: "La liberazione di Carminati è l'ultimo tassello del fallimento capitale del teorema 'Mafia capitale'. Oggi si rende palese che per contrastare la criminalità, anche la più efferata, occorre applicare la legge e non stravolgerla con teoremi giudiziari assurdi che alla fine colpiscono i diritti di tutti, di una intera comunità civile ed umana, regole comuni e affetti familiari. In questa vicenda di Mafia capitale Roma e i romani ne sono usciti a pezzi. E ora continuo a chiedermi: chi paga? E non metaforicamente ma in euro! Chi paga? Immagino e temo...nessuno".

Soddisfazione, invece, da parte Salvatore Buzzi, arrestato insieme a Carminati: "Sono felice della sua scarcerazione, la sua detenzione non aveva senso ed è un altro passo avanti verso la 'normalità'. L'inchiesta 'Mafia capitale' si rivela per quella che è stata: una montatura mediatico-giudiziaria", ha detto ad AdnKronos. "Un'inchiesta mediatico-giudiziaria che si chiude con una sconfitta dell'impianto accusatorio. La mafia non c'è e, di 46 arrestati, 14 sono stati assolti. Ora mi aspetto una pena equilibrata".

Il ministro Alfonso Bonafede, reduce dai pesanti attacchi arrivati dopo la scarcerazione dei boss durante l'emergenza Coronavirus, ha scelto la via della prudenza.

Da qui la decisione di chiedere all'ispettorato generale del Ministero della Giustizia di svolgere dei controlli preliminari in merito alla liberazione di Carminati.

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