Cronache

“Carnagione scura, era a caccia di prede. Può colpire ancora”. L’identikit dello stupratore di Roma

La vittima dello stupro di Roma parla dal letto di ospedale e lancia l'allarme: "Può far male ad altre donne"

“Carnagione scura, era a caccia di prede. Può colpire ancora”. L’identikit dello stupratore di Roma

Emergono nuovi dettagli sullo stupro del weekend alla Garbatella. A parlare, stavolta, è la vittima, ancora ricoverata in un reparto protetto di un ospedale di Roma, dove è arrivata venerdì notte con lo sterno fratturato, varie ferite e in stato di choc. La donna, una 45 enne romana che stava trascorrendo una serata in compagnia di alcune amiche nel quartiere semi-centrale di Roma, ha ricostruito con la Repubblica quei momenti tremendi, fornendo ulteriori informazioni sul suo aggressore. Ciò che ha maggiormente sconvolto i residenti, oltre al fatto in sé, è che lo stupro si sia consumato alle 23 circa, quando il quartiere era ancora animato dalla movida, in una zona dove nel weekend c'è costante movimento.

"Pensavo di morire, lui era lì solo per violentarmi, era brutale. Prima mi ha presa per la gola, poi mi ha fratturato lo sterno", dice oggi la donna, ancora terrorizzata da quello che ha vissuto in quei lunghissimi minuti. Si era inizialmente ipotizzato che l'uomo volesse solo compiere la rapina e che in un secondo momento abbia approfittato della situazione, ma la ricostruzione della vittima cambia tutto. "Quell'uomo mi ha stordito in un modo brutale all'improvviso. Mi ha presa per la gola, fino a quando ho pensato che stavo per morire. Mi ha schiacciata contro il freno a mano, in quel momento mi ha fratturato lo sterno. A un certo punto non ho avuto la forza di reagire. E anche se provavo a divincolarmi, mi sono resa conto che mi aveva incastrato", dice ancora la donna.

Un racconto dell'orrore, una "violenza spropositata, senza motivo. Lui poteva prendersi la macchina, la mia borsa, il telefonino, tutto. Invece voleva solo farmi del male, violentarmi. Era questo il suo obiettivo. Poi si è preso anche i soldi". Oggi, come capita spesso, la donna si colpevolizza, dice che "forse se mi fossi difesa di meno lui mi avrebbe massacrata di meno". Ma la realtà è che il suo obiettivo era quello e probabilmente non sarebbe cambiato nulla, purtroppo: "Mentre mi stringeva le mani al collo, pensavo di morire. Allora l'ho guardato e gli ho ripetuto più volte: 'Perché?'. In quel momento mi ha rotto lo sterno. Non so dire se era drogato o aveva bevuto".

La vittima esclude che il suo aggressore, sulle cui tracce ci sono i nuclei investigativi della polizia, possa essere un senzatetto: "Per me è uno della zona, conosce le strade e sa come muoversi. Non è capitato lì per caso, lui vive lì. Era una persona curata, dalla carnagione scura, forse un africano". Comprensibilmente, i ricordi della donna sono ancora confusi e ci vorrà del tempo prima che riprendano una loro forma, se mai ci riusciranno. Quell'uomo era in giro per colpire in qualche modo, come spiega la vittima: "Lui era molto organizzato. Era tutto preparato e premeditato. Nella modalità è stato molto preciso, freddo".

La sua percezione sul fatto è molto chiara: "Può far male ad altre donne".

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