Cronaca locale

Stupro di Roma, possibile la pista del predatore sessuale seriale

Da alcuni dettagli emergerebbe che l'uomo non sia un aggressore occasionale: troppo metodica la sua azione contro la vittima per lo stupro

Stupro di Roma, possibile la pista del predatore sessuale seriale

Si addensano forti sospetti sullo stupro di Roma, compiuto venerdì sera attorno alle 23.30 nel quartiere della Garbatella, nel pieno della movida del fine settimana. L'aggressore, descritto come un uomo dai tratti nordafricani e con accentro straniero, alto e magro, indossava guanti di lattice durante la violenza, il che lascia intendere che ci fosse una premeditazione nella sua azione, anche solo per il compimento della rapina, che comunque c'è stato. Ma al di là della possibile premeditazione, la dinamica della sua aggressione lascia intendere che chi ha compiuto lo stupro e la rapina sapeva esattamente quello che faceva.

Non un gesto estemporaneo, frutto di un raptus nel momento, quindi, ma qualcosa di consolidato, come se sapesse esattamente quello che doveva fare. Le indagini della polizia sono in corso, gli investigatori stanno analizzando i filmati delle telecamere di sorveglianza, che pare abbiano inquadrato l'uomo, riconoscibile anche grazie al giubbotto rosso che indossava al momento dello stupro. Ci sono poi le testimonianze della vittima e della sua amica, che è riuscito anche ad afferrarlo prima che si divincolasse e facesse perdere le sue tracce. Il dubbio che avanza è che l'uomo non sia un predatore sessuale occasionale ma che sia autore di una serialità e che abbia già colpito in passato.

L'uomo ha agito in modo metodico, sferrando da prima un pugno nello sterno alla donna mentre lei si accingeva a salire in auto, in modo tale da non permetterle nessuna difesa. Con un solo colpo le ha incrinato due costole, mozzandole il respiro. Dopo averle impedito qualunque reazione, l'ha spinta in auto e qui, per oltre 10 minuti, la vittima ha provato a difendersi nonostante il dolore. L'arrivo delle amiche, come ricostruisce il Corriere della sera, ha fatto sì che l'uomo non concludesse lo stupro.

"Mi picchiava e mi insultava dicendomi di tutto, voleva anche i miei soldi, non riuscivo a respingerlo", ha dichiarato la donna dal suo letto d'ospedale, dove si trova ricoverata in stato di choc. Non ci sono telecamere che inquadrano l'esatto punto in cui si è consumata la violenza ma ci sono quattro dispositivi che potrebbero aver intercettato l'uomo mentre si avvicinava o si allontanava.

Senza entrare nei dettagli, gli inquirenti hanno fatto sapere che una di queste inquadrature potrebbe già aver fornito importanti elementi per stringere il cerchio attorno all'uomo, che ha probabilmente le ore contate.

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