Cronache

"Covid? Vi dico chi deve stare a casa davvero"

Si teme un'Italia paralizzata da intere famiglie in isolamento. L'infettivologo Bassetti: "La quarantena andrebbe riservata solo ai positivi. Non ha senso chiudere in casa anche i familiari e i contatti stretti"

Bassetti: "Covid? Vi dico chi deve stare a casa davvero"

Un'Italia paralizzata da intere famiglie in isolamento nonostante il tampone negativo. Assenze sui posti di lavoro e servizi essenziali che potrebbero essere messi in pericolo. È questo lo scenario che inizia a preoccupare il nostro Paese, che nel giro di qualche settimana potrebbe ritrovarsi di fatto in una sorta di lockdown. Perciò si sta iniziando a parlare di una possibile modifica al sistema della quarantena, che magari preveda un periodo di isolamento solo per i positivi e non per i familiari e i contatti stretti (ovviamente con tampone negativo).

Cambia la quarantena?

Se si continua con le attuali regole, il pericolo è che per ogni persona risultata positiva al Covid-19 ci possano essere circa 50 persone obbligate a restare a casa. È questo l'allarme lanciato da Matteo Bassetti, secondo cui sarebbe necessario ripensare le modalità con cui agire di fronte ai contagi. Con una stima di circa 100mila positivi al giorno nel mese di gennaio, si potrebbero avere milioni di italiani chiusi in casa in quarantena o domicilio preventivo.

Per questo il direttore della clinica di Malattie infettive all'Ospedale San Martino di Genova ha ribadito al Corriere della Sera l'importanza di rivedere il sistema della quarantena: "Non possiamo continuare a mettere in atto le stesse misure di un anno fa, quando nessuno era vaccinato". A suo giudizio la quarantena andrebbe riservata solamente ai positivi: "Non ha senso chiudere in casa anche i familiari e i contatti stretti, se sono in salute".

Anche Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, ha chiesto al governo di rivedere le regole delle quarantene e dei tracciamenti per i contatti: "Tra qualche settimana rischiamo di avere il Paese paralizzato non dai malati del Covid, ma dalla gente in quarantena chiusa in casa. Visto che la stragrande maggioranza di persone che prende il Covid oggi lo fa a casa con doppia dose di vaccino...".

Senza dimenticare il fronte dei tamponi. Per Bassetti si tratta di una vera e propria "isteria", come dimostrano le lunghissime code in attesa del test soprattutto in questi giorni di festa. "I vaccinati dovrebbero farselo solo se hanno sintomi. Peraltro ricordiamo ancora una volta che il tampone dà una falsa sicurezza, perché è l'istantanea di un attimo e può dare falsi negativi", ha ricordato Bassetti.

Le valutazioni

Il governo, e in particolare il ministro della Salute, potrebbe prendere in seria considerazione l'ipotesi di una revisione dell'obbligo di quarantena o nuove misure a favore della vaccinazione. Allo stesso tempo però c'è chi non è d'accordo con una rivisitazione: Giovanni Maga - che dirige l'Istituto di genetica molecolare del Cnr a Pavia - teme che allentando le regole "si rischia di far aumentare i casi oltre misura, peggiorando la situazione anche sul fronte dei lavoratori e dell'economia".

Le regole attuali non prevedono di evitare o anticipare la fine della quarantena per i contatti stretti: un tampone con esito negativo non permette di essere esonerati dal sottoporsi ad un periodo di quarantena della durata di minimo 7 giorni (se vaccinato) o un massimo di 10 giorni (se non vaccinato).

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