"Quei festini in stile Genovese a cui partecipavano pure preti e vescovi"

Giulia Napolitano, modella 21enne, ha rivelto a Fanpage di party a base di sesso e cocaina, analoghi a quelli che ospitava a casa sua Alberto Genovese, a cui partecipavano degli "insospettabili", come preti e vescovi

"Quei festini in stile Genovese a cui partecipavano pure preti e vescovi"

Alberto Genovese, l’imprenditore digitale arrestato il 10 ottobre per stupro, durante uno dei suoi festini a base di sesso e droga, è “uno dei tanti” soggetti che ospitano simili “divertimenti” in casa propria. A raccontarlo a Fanpage è la fotomodella Giulia Napolitano, 21 anni, che rivela una realtà “segreta”, in cui sono invischiati non solo ricchi uomini d’affari e vip, ma addirittura vescovi e alti prelati appartenenti alla Chiesa. Quello che Giulia racconta di aver visto dietro le porte dei lussuosi appartamenti romani e milanesi, in cui lei faceva da ragazza immagine, va aldilà di ogni immaginazione. “C’era un prete che aveva messo in fila tre ragazze nude sul letto”, racconta la Napolitano, che prosegue: “e ognuna di loro aveva una striscia di cocaina qui”, dice indicando il pube. “Il resto si può immaginare, e io gli chiedo: scusi ma perché lei, uomo di fede, viene qua?”, chiede la ragazza dopo aver visto la scioccante scena. Il prelato risponderà: “Perché ognuno ha la sua fuga nel mondo dei peccatori”.

A Roma Giulia rivela di aver visto preti e uomini facoltosi partecipare a party sfrenati, che il più delle volte spingono le ragazzine a drogarsi per “non sentirsi inferiori”. “A Roma troviamo preti, vescovi, che magari tre ore prima hanno dato la messa e poi si divertono con cocaina e diciottenni, così, come se niente fosse”. La costante dei festini è sempre la stessa: fiumi di cocaina e sesso con ragazze giovanissime, pronte a dare tutto in cambio di soldi. “Mi ammazzano se dico i nomi”, dice con una risata nervosa Giulia, che ha vissuto una brutta esperienza da molto giovane, quando fu sequestrata da un fotografo durante uno shooting, per tre giorni.

Tornando ad Alberto Genovese e la sua "Terrazza Sentimento", di cui preferisce non parlare, la ragazza afferma: “Ha fatto una cosa orribile, e deve pagare per quello che ha fatto. Ma feste come la sua non si contano in Italia. Ne ho viste uguali a Milano, a Roma, in Sicilia, in Sardegna. Gente che si fa 5 grammi al giorno, come ha dichiarato lui, non si conta”. Lo schema raccontato da Giulia è lo stesso che gli inquirenti hanno scoperto dopo il caso Genovese: agli ospiti viene chiesto di lasciare il cellulare all’ingresso, ci sono bodyguard a controllare chi entra, a garantire la privacy degli ospiti. La maggior parte dei frequentatori dei party sarebbero professionisti stimati, calciatori, procuratori e addirittura prelati appartenenti alla curia. Oltre ad Alberto Genovese, che resta in carcere in attesa di giudizio, con le accuse di violenza sessuale, sequestro di persona e spaccio di stupefacenti, risulta ora indagata anche la sua fidanzata, che secondo gli inquirenti sarebbe stata a conoscenza di quanto avveniva nell'attico milanese vista Duomo. Secondo quanto emerso dalle indagini, la donna era solita drogare le ragazze insieme a Genovese, con lo scopo di abusarne.

Uno schema, quello che veniva seguito alla "Terrazza Sentimento", che ricalca quello portato avanti a livello internazionale, dalla diabolica coppia formata dal magnate pedofilo Jeffrey Epstein e la sua complice Ghislaine Maxwell.

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