Caso Meredith, Sollecito: "Io e Amanda innocenti, ma da lei molte bugie"

Il ragazzo ricorre in Cassazione: "Ero a casa a guardare i cartoni"

Caso Meredith, Sollecito: "Io e Amanda innocenti, ma da lei molte bugie"

"La base fondante della condanna è tutta appoggiata su un memoriale che ha scritto Amanda mentre era in prigione a Capanne. In questo memoriale lei mi scagiona
completamente e mi dichiara assolutamente estraneo". Raffaele Sollecito ribadisce la sua innocenza si prepara al ricorso in Cassazione contro la condanna a 25 anni ricevuta in appello a Firenze per l'omicidio di Meredith Kercher avvenuto a Perugia a novembre 2007.

Non scarica però le colpe si Amanda Knox: "Sia io che la mia famiglia crediamo profondamente alla sua innocenza", ha detto in conferenza stampa, "Non esiste nessun ritrattamento da parte mia in questa nuova fase processuale. Ma non sono il garante di Amanda: posso rispondere di quello che ho vissuto io". A provare l'innocenza di Sollecito ci sarebbe anche un sms inviato da Amanda a Patrick Lumumba alle 20.35 e lontano dalla casa di Sollecito. "Questo lo dice la sentenza", ha detto l’avvocato Giulia Bongiorno, "Dato che, a nostro parere, il delitto sarebbe avvenuto tra le 21 e le 21.

30 e che lo stesso Rudy Guede parla dell’omicidio a quell’ora, rileviamo nel ricorso che nella sentenza d’appello bis si dice che Amanda e Raffaele non erano insieme. Non aggiungiamo altro e chiediamo che i giudici spieghino". A questo punto Raffaele ha ribadito: "Negli atti c’è prova che io ero a casa mia e stavo vedendo un film di cartoni animati giapponesi".

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