Cronache

Cassazione: "Nessun assegno alla ex moglie se rifiuta di lavorare"

I giudici della Suprema Corte hanno deciso che il marito non è tenuto a corrispondere l'assegno di mantenimento alla ex "se rifiuta di lavorare"

Cassazione: "Nessun assegno alla ex moglie se rifiuta di lavorare"

Nessun assegno di mantenimento all'ex moglie "se si rifiuta di lavorare". Recita così una sentenza della Cassazione destinata a segnare la svolta, quasi epocale, nell'eterno conflitto tra ex coniugi circa le questioni riguardanti l'aspetto meramente economico dei "postumi matrimoniali". Se "a distanza di tempo dalla separazione l'ex coniuge, ancora giovane e in ottima salute, si rifiuta di cercare un lavoro" non ha diritto ad alcuna forma di sostentamento da parte del partner con il quale ha contratto matrimonio in tempi pregressi.

La sentenza

Gli ermellini si sono espressi in merito alle vicende di una coppia divorziata del Torinese. La donna si sarebbe rifiutata di cercare un impiego dopo il divorzio nonostante godesse di ottima salute e non fosse in alcun modo impossibilitata allo svolgimento di una qualsivoglia mansione. Secondo la Corte della Suprema Corte se "l' ex moglie mostra un atteggiamento rinunciatario", vale a dire poco incline alla ricerca di un impiego, l'ex marito "non è tenuto a versare l'assegno di mantenimento". Per ottenerlo, come ben precisa il sito de La Repubblica.it, l'ex coniuge deve "aver dimostrato di essersi impegnata nella ricerca di un'occupazione". In caso contrario, l'assegno non s'ha da fare. Nel caso specifico, oggetto della sentenza numero 2653/2021, il marito - un 46enne di Torino - si sarebbe rifiutato di "passare soldi" alla moglie che, ormai da anni, avrebbe smesso di cercare un impiego. E i giudici gli hanno dato ragione.

La donna, dal suo canto, avrebbe sostenuto di essere ormai "fuori mercato" non avendo mai lavorato durante gli anni del matrimonio. Ma per gli ermellini "non esistono impedimenti" alla ricerca di un impiego. "Ha soli 46 anni - scrivono nella sentenza -quindi non è di età particolarmente avanzata". Senza contare che la donna "quando era sposata, non viveva nel lusso". Non solo, ma poteva tornare "a lavorare come addetta alle pulizie" come era già accaduto, in modo saltuario, in passato. A convincere i giudici circa l'annullamento dell'assegno, l'evidenza innegabile che la donna avrebbe da tempo una nuova relazione stabile, tenuta nascosta e che lei alla fine aveva ammesso giustificandola però come una "relazione amicale".

La legge "Salva Mariti"

Già lo scorso, con l'ordinanza 22604/2020, si era espressa sulla dibattutissima questione. Gli ermellini avevano riconosciuto all’ex marito il diritto di non dover più corrispondere l’assegno divorzile all’ex moglie, avendo quest’ultima intrapreso una relazione stabile e continuativa con altro partner. La Corte di Cassazione aveva ritenuto altresì che ,avendo l’ex moglie dato avvio ad una “nuova relazione sentimentale”, con i requisiti della “stabilità e della continuità”, l’ex marito non è più tenuto a versare l’assegno divorzile.

Una pronuncia giurisprudenziale innovativa che ha fatto da apripista alla pronucia del 11 febbrai 2021.

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