Quel cavillo sui miliardari che punisce tutto il Paese

Gli uffici del ministro Giorgetti hanno previsto l'aumento del 50 per cento della tassazione piatta sui ricconi che vogliano rientrare in Italia

Quel cavillo sui miliardari che punisce tutto il Paese
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L'impianto di questa legge finanziaria è niente male, ma al suo interno contiene un segnale di grande preoccupazione, anche se apparentemente minimo. La sua ridotta entità come ha spiegato Roberto Perotti a 10minuti, al contrario di quanto molti pensino, è un buon segno. Dopo anni in cui sono stati spesi e gettati al vento centinaia di miliardi in bonus, un po' di sobrietà non ci fa male. La riduzione delle imposte sui redditi, relativa alla fascia dei contribuenti medio bassa, voluta fortemente dal viceministro Leo, è un segnale positivo. Il Governo ha abbandonato le sciocchezze ideologiche degli incentivi alle imprese legate al green deal, ritornando ad incentivare gli investimenti puri e semplici. Sull'età della pensione si è proceduto con giudizio. Occorre ricordare che a Parigi hanno messo a fuoco e fiamme la città per l'innalzamento dell'età pensionabile, oggi 62 anni, e hanno alla fine rinunciato. Da noi l'asticella è a 67. La rottamazione, occorre ricordarlo ai moralisti, non è un regalo agli evasori. Possono sottoscriverla solo coloro che hanno dichiarato il proprio reddito al fisco e per di più debbono pagare il dovuto: lo sconto riguarda interessi e sanzioni, non l'imposta. La maggiore tassazione su una specie particolare di imprese, banche e assicurazioni, è una scelta di politica tributaria ovviamente discutibile e che va nel segno dell'aumento della pressione fiscale, ma rappresenta il male minore. Certo sarebbe stato meglio cercare risorse con tagli della spesa: facile a dirsi, difficile a farsi senza pagare un prezzo politico.

Il segnale davvero sconfortante, apparentemente minore, è una norma che riguarda poche centinaia di persone. Per di più davvero ricche. È il canarino delle miniere: è il segnale che qualcuno al governo ha quell'insopportabile tic del bastonare la ricchezza. Gli uffici del ministro Giorgetti hanno previsto l'aumento del 50 per cento della tassazione piatta sui ricconi che vogliano rientrare in Italia. Il regime, introdotto nel 2017, aveva l'obiettivo di attrarre investimenti in Italia e, in particolare, di incentivare l'interesse dei contribuenti con elevati patrimoni all'estero. Pieno successo. Come solo un paio di settimane fa testimoniava la prima pagina del Wsj: l'Italia sta vivendo un nuovo rinascimento. Si calcola che fino ad oggi grazie a questa agevolazione siano arrivate in Italia 5mila famiglie di miliardari. Nel 2024 il governo Meloni raddoppiò la tassa portandola a 200mila euro per i nuovi richiedenti. E fece bene: seguiva l'andamento dell'inflazione e diceva al mondo: confermiamo questo regime, lo abbiamo solo adeguato alla svalutazione e non facciamo incrementi retroattivi. A poco più di un anno dal raddoppio, in un contesto in cui il regime continua ad attrarre un numero crescente di nuovi residenti, stimola investimenti nel Paese e genera un significativo gettito fiscale, anche in termini di IVA ed imposta di registro a seguito di consumi e acquisti, gli uffici di Giorgetti vogliono di nuovo aumentare l'imposta. Una follia politica ed economica. Il solito segno di instabilità nella normativa fiscale italiana.

Questi signori pagano 200mila euro di tasse sul patrimonio realizzato negli anni precedenti all'arrivo; sui nuovi redditi che realizzeranno in Italia saranno tassati come tutti noi. Il che vuol dire che abbiamo portato nel Belpaese cinquemila nuovi contribuenti, che con la loro ricchezza, contribuiscono alla crescita dei consumi, e che inoltre pagano da noi una tassa (piatta e bassa, certo) che altrimenti avrebbero pagato all'estero. Sapete quanti italiani sborsano 200mila euro di imposte sul reddito all'anno? Circa 50mila. Il che vuole dire che abbiamo fatto un affare, anche per il gettito fiscale: abbiamo ampliato del 10 per cento (cinquemila stranieri, appunto) la platea dei grandi contribuenti. Perché allora intervenire un'altra volta su questa imposizione di vantaggio? Pura ideologia. Se il ministro Giorgetti ha una risposta diversa ce lo dica pure.

Oppure anche per lui i ricchi devono piangere, o meglio restare a casa loro.

Ps: Se poi alla fine, come spesso succede, la Finanziaria dovesse approdare in Parlamento, o venire modificata, espungendo questa piccola follia, resterebbe solo un brutto effetto annuncio.

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