Quindi, oggi...

Censurati i media filorussi, lo stupro virtuale e Renzi: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: la crisi in Ucraina, le lettere di Babbo Renzi al figlio e lo scontro su Scampia

Censurati i media filorussi, lo stupro virtuale e Renzi: quindi, oggi...

- si parla tanto di un presunto falso video che Mosca potrebbe usare per giustificare l’attacco all’Ucraina. Scandalo unanime, giustissimo. Ma non vi ricorda molto un signore che si presentò all’Onu con le prove provate delle armi chimiche nelle mani di Saddam rivelatesi poi una bufala colossale? Di che nazionalità era?

- Federico Rampini scrive che ad oggi la guerra in Ucraina è una guerra di notizie. O meglio di spifferate fatte trapelare sui giornali di tutto il mondo per destabilizzare i piani di Putin. E il suo Corriere che fa? Pubblica un titolo (il pezzo è decisamente più onesto) in cui attacca i giornali filorussi che soffiano sul fuoco parlando della possibilità che Kiev invada il Dombass. Perché, scusate, in Occidente non stiamo facendo esattamente la stessa cosa, riportando da giorni gli allarmistici annunci delle intelligence sull’imminente attacco russo? Quello che non riuscirò mai a capire è perché se i quotidiani occidentali spiattellano le veline dei loro governi sull’avanza russa, li consideriamo grandi scoop. Se invece i media russi fanno altrettanto sulle truppe ucraine, la spacciamo per propaganda. Non tifo per Putin, ma la cosa lo trovo un tantino ipocrita

- per Repubblica San Valentino oggi approverebbe ogni forma di amore, comprese quelle Lgbtq, queer, fluide e via dicendo. Non dico altro

- interessante analisi sulla crisi ucraina da parte di Lucio Caracciolo. Interessante perché mette in luce una verità che in pochi, fino ad ora, hanno fatto notare: uno dei maggiori responsabili della destabilizzazione a Kiev si chiama Joe Biden. Da settimane Zelensky gli dice che enfatizzare la minaccia russa non fa che creare panico e far scappare i capitali. Ma lui insiste. Perché?

- Miss Italia dà uno schiaffo simbolico allo scrittore di Gomorra, alias Roberto Saviano: “No ho mai visto la serie. Forse per un quarto d’ora una volta. Dà un’immagine di Scampia che non riconosco”. Amen

- una ricercatrice che sta testando la nuova realtà virtuale di Meta (ex Facebook) ha denunciato di essere stata aggredita sessualmente appena entrata nella piattaforma. Cioè tecnicamente degli Avatar hanno violentato il suo Avatar. Ora, mi dico: ma abbiamo seriamente bisogno di creare un mondo virtuale e parallelo dove vivere esperienze, quando potremmo tranquillamente alzare il sedere dalla sedia e andare a giocare una partita di tennis?

- il leader laburista inglese, Starmer, sbertuccia quei tifosi che sognano un ritorno del Regno Unito nell’Ue in caso di caduta di Boris Johnson: “Siamo usciti e di certo non torneremo”. Il referendum ha decretato la fine della storia e i matrimoni tra due ex non sono mai destinati ad essere duraturi. Perché chi ha divorziato, lanciandosi i piatti addosso, dovrebbe tornare insieme?

- così, solo per dirvi, che il Consiglio di sicurezza e difesa nazionale ucraino ha spento “Nash”, l’ultimo canale tv dei filorussi. Direte: embè, sarai mica putiniano? No, ripeto: non ho bandierine. Qui il punto è un altro. Ovvero far notare come la censura di una televisione, cioè di un organo di informazione d’opposizione (“democrazia! democrazia!”), venga considerata una tragedia in alcuni casi e un fatto ineluttabile in altri. Repubblica, che pubblica la notizia senza troppa evidenza, scrive: “Nash è l’ultima vittima di una feroce epurazione dall’etere ucraino di ogni voce filorussa: nell’ultimo anno erano già stati spenti 112, Zeke e NewsOne. In tempo di pace sarebbe inaccettabile, ma l'Ucraina è un paese in guerra”. Domanda: se l’avesse fatto Putin, avreste considerato la questione solo “spigolosa” o avreste parlato di regime?

- finisce sui giornali una lettera, ritrovata nel suo pc, che il babbo di Renzi, Tiziano, ha scritto al figlio nei giorni del caso Consip e a due settimane della dimissioni da premier di Matteo. Era il 2017. All’interno ci sono toni dispregiativi nei confronti di Bianchi, Boschi e Bonifazi. Ma anche questioni strettamente personali, tra padre e figlio. Personali e dolorose. Mi chiedo: ma era davvero necessario depositarla agli atti? Non si potevano censurare tutte le parti non rilevanti ai fini dell’inchiesta? I giornali, guarda caso, tra tutte le cose hanno reso note solo quelle politicamente scottanti o intime, nulla o quasi delle frasi sugli affari di famiglia, circostanza che aveva spinto i pm a chiedere l'acquisizione della lettera. Renzi può non starvi simpatico. Ma io continuo a ritenere che un Paese sano non rende noto il contenuto di una corrispondenza privata

- ha senso titolare “oggi 28mila casi, il dato più basso dall’inizio dell’anno”? Abbiamo realizzato 283mila tamponi, di cui il 10% positivo. Nei giorni del grande terrore, quelli a cavallo di Natale, in cui vennero decise le ulteriori misure restrittive, facevamo molti test in più. Piccolo esempio: il 28 dicembre i casi erano 78mila ma con 1,03 milioni di tamponi. Il tasso di positività era al 7,6%, meno di quello odierno.

Questo significa che se oggi avessimo realizzato 1 milione di test avremmo potuto trovare 100mila positivi. Questo per dire che sparare il bollettino così ogni giorno in prima pagina non è solo inutile, ma pure sciocco

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