Lo chef che visse due volte

Lo chef che visse due volte

Quando scendi nel girone dell'inferno e senti di non aver altra scelta che mangiare. Abbuffarti di cibo eppure sentire di non essere mai sazio. «Mi svegliavo di notte per mangiare, il mio corpo chiedeva cibo. Ancora e in qualunque momento». Lo chef Ugo Patierno oggi riesce a sorridere ripensando al passato. Sono trascorsi dieci anni e ha lottato per risalire dal gorgo che lo stava portando giù. La sua ossessione per il cibo ha un inizio ben preciso quanto doloroso: è il 2009 e il terremoto a L'Aquila gli porta via la sua fidanzata. Una lacerazione che lo lascia interdetto, la depressione lo assale e gli ruba l'energia. Lascia il lavoro come cuoco alla Virtus Lanciano, la squadra di serie B e si rifugia a casa di un amico. Da questa tana uscirà solo di rado, per il resto passa le giornate a riempirsi la pancia per non sentire il vuoto. «Avevo perso lei e il senso della mia vita, così mi chiusi in me stesso». E inizia a ingrassare. Cento chili in poco meno di un anno. «Da un giorno all'altro i pantaloni non mi andavano più bene. Ero arrivato a comprare la taglia 78. Praticamente introvabili oltre che carissimi, dal 43 di scarpe ero passato al 46. Un incubo fatto di apnee notturne, continue corse al pronto soccorso per sintomatologie da infarto. Ero arrivato al limite, 248 chili». Un sorriso amaro per ricordare quei giorni di smisurato e insaziabile bisogno di cibo come una droga. «Il fondo lo toccai quando decisi di farmi il piercing alla lingua e per non rinunciare al cibo arrivai a frullarmi la lasagna nel cuore della notte».

Nel 2013 una telefonata gli salva letteralmente la vita. È il dottor Stefano Olmi, del Policlinico San Marco di Bergamo del Gruppo San Donato. Lui che da anni si batte contro l'obesità, per aiutare persone come Ugo. «A chiamarlo era stata mia mamma che aveva scoperto il centro di cura dell'obesità di Ponte San Marco. Le sue parole mi hanno dato la scossa. Mi decisi a fare l'intervento per la riduzione dello stomaco, a cui avevo già pensato senza mai trovare il coraggio. Sentire la sua voce invece mi mise davanti alla realtà: Tra sei mesi? chissà se ci sarai ancora, il tuo fisico è provatissimo. Aspettare ti farà solo più male». La risalita comincia da lì. L'intervento quattro giorni dopo a Bergamo. Poi la dieta liquida, dolorosissima per chi è abituato a mangiare senza sosta. «Ma io sono sempre stato un determinato e il mio carattere mi ha salvato». Lo chef Patierno vola a Londra con ancora i punti dell'operazione, vuole ricominciare. E questa volta lo vuole fare a modo suo. Cercano un aiuto cuoco in un ristorante nel Dorset. Lui sa di essere molto di più e in breve diventa capo chef. Viaggia e torna alla vita. Miami, Scozia, Estonia e poi ancora a Poole, nel Dorset. Fino al 2017 quando ancora una telefonata gli cambierà la vita. «Dall'Italia stavano cercando uno chef. Era il momento di tornare».

Patierno accetta la proposta, diventa così chef della Locanda del poeta di Villa Torlonia, a San Mauro Pascoli, casa natale di Giovanni Pascoli. Un posto magico. Che oggi racconta una storia in più.

Lui intanto non ha mai più preso peso - si è stabilizzato intorno agli 83 chili -, e da poco è uscito il suo libro, «Metà» dove descrive ricette gourmet a porzioni dimezzate, gira l'Italia, con il dottor Olmi per raccontare di quanto può essere pericolosa l'obesità e continua a cucinare. Perché intanto lo chef ha fatto pace con il cibo.

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