
Ieri Maurizio Landini, leader della Cgil, ha comprato una pagina di alcuni borghesissimi quotidiani per lanciare «la rivolta del voto». Un appello a recarsi alle urne, domani e lunedì, in occasione dei referendum, quattro dei quali riguardano il mondo del lavoro. La lettera sostiene il potere taumaturgico del «sì». Dopo la vittoria, sostiene Landini, tutto migliorerà in un solo giorno. La realtà è un filo più prosaica. Infatti è in dubbio il raggiungimento del quorum, il numero dei votanti sotto al quale i risultati non contano niente. La sinistra, promotrice dei quesiti, ha il timore di non essere in grado di mobilitare il pueblo. Proprio su questo tema, la partecipazione, la lettera di Landini propone un passaggio che si direbbe una pesante autocritica forse involontaria. Leggiamo: «Sempre più cittadine e cittadini hanno disertato le urne negli ultimi anni. (...) Quando la maggioranza di chi non va a votare non è composta da chi sta meglio, ma da chi sta peggio, significa che c'è un problema profondo da affrontare». Ecco. Se «chi sta peggio» non va a votare, in effetti per la sinistra, partiti e sindacato, è un bel problema. Vuol dire che non rappresentano il mondo al quale pretendono di rivolgersi. Il partito che alle ultime elezioni politiche (2022) ha ottenuto più voti tra gli operai è... Fratelli d'Italia (fonte Ipsos). Il Partito democratico è solo al quarto posto, staccatissimo, in questa particolare classifica. Chi ritiene di aver problemi economici, alle ultime elezioni politiche (fonte SWG) ha votato in prevalenza... Fratelli d'Italia. Il Partito democratico è quarto, staccatissimo, anche in questa particolare classifica. Al momento dello spoglio, vedremo se «chi sta peggio» si è lasciato convincere da Landini e Schlein.
Oppure se è andato al parco, perché la riforma del lavoro è argomento troppo serio per affrontarlo con le idee di una sinistra alla quale i diritti civili (reali, ma soprattutto presunti) interessano più del magro salario dei lavoratori. Intanto possiamo notare che «chi sta meglio», ovvero la solita legione di sedicenti vip dei mestieri, delle arti e degli spettacoli, si è schierato con Landini.