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Chi lavora e chi fa ridere

La notizia arriva come un fulmine a ciel sereno: l'Italia aprirà due centri di prima accoglienza dove fare confluire gli immigrati salvati in mare dalle nostre navi a Shëngjin

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La notizia arriva come un fulmine a ciel sereno: l'Italia aprirà due centri di prima accoglienza dove fare confluire gli immigrati salvati in mare dalle nostre navi a Shëngjin, porto nel nord dell'Albania. L'accordo, firmato ieri tra Giorgia Meloni e il primo ministro Edi Rama, prevede che i costi e il controllo siano a carico dell'Italia: di fatto si aprono due piccole nostre enclave in territorio straniero, cosa clamorosa che non ha precedenti.

Come si sia riusciti a organizzare tutto questo nella massima riservatezza è un mistero, certo oggi si capisce il senso di quella breve vacanza ferragostana che Giorgia Meloni ha fatto in terra albanese, suscitando lo scherno dei suoi oppositori. I quali, tutti presi a ironizzare sul ciuffo del compagno, a indignarsi per lo scherzo di un comico russo e a inalberarsi per gli ascolti bassi di alcuni programmi Rai in altre parole a discutere del nulla -, non si erano accorti che nel frattempo la premier e i suoi uomini stavano lavorando sulla politica estera come da tempo non si faceva: l'Albania è in cerca di grandi elettori per il suo ingresso nell'Unione Europea, l'Italia di una soluzione al problema della gestione dei flussi migratori. Non so se la trattativa si sia incardinata su questi binari, ma non penso di andare poi così lontano dalla verità.

Per arrivare a questa svolta, evidentemente hanno contato due fattori: stabilità e credibilità del governo, cose che all'estero ci riconoscono nonostante la martellante campagna di delegittimazione di molti media nostrani che dipingono un'Italia che non esiste, isolata e sull'orlo del baratro. E chissà cosa si inventeranno oggi le opposizioni per contestare e sminuire questo accordo che cambia radicalmente la prospettiva del problema immigrazione. Offro gratis un paio di consigli: «Giorgia Meloni ripristina l'Impero», con riferimento all'invasione italiana dell'Albania del 1939 in piena epoca fascista. Oppure: «Ecco la destra colonialista».

Già, perché i comici non sono solo quelli russi; l'opposizione italiana non riesce a fare scherzi telefonici, ma in quanto a fare morire dal ridere non è seconda proprio a nessuno.

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