"Zona rossa chiesta il 3 marzo" La Lombardia inchioda Conte

Il 3 marzo, la Lombardia aveva chiesto di istituire la zona rossa per Alzano Lombardo e Nembro, due comuni in provincia di Bergamo. Il governo agì l'8 marzo, con il dpcm che mise in isolamento tutta la Regione

"Zona rossa chiesta il 3 marzo" La Lombardia inchioda Conte

La Regione Lombardia aveva chiesto al governo di istituire una zona rossa per Alzano Lombardo e Nembro, in provincia di Bergamo, già il 3 marzo. È quanto sostiene Palazzo Lombardia, in una nota con cui ricostruisce i principali provvedimenti messi in atto a partire dal 21 febbraio, il giorno in cui è emerso il primo paziente malato di Covid-19.

L'indicazione era arrivata anche dall'Istituto superiore della sanità (Iss), che in una nota riservata dei primi giorni di marzo, aveva ritenuto oppurtuno l'isolamento dei due comuni. Sulla questione, ieri, si sono "scontrati" il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e il governatore Attilio Fontana. Dopo le polemiche dei giorni scorsi, il premier aveva dichiarato: "Se la Lombardia avesse voluto, avrebbe potuto fare di Alzano Lombardo e Nembro zona rossa". Ma Fontana aveva risposto senza addossare responsabilità: "Ammesso che ci sia una colpa, la colpa eventualmente è di entrambi, ma io non ritengo che non ci siano delle colpe in questa situazione, perché noi avevamo chiesto che venisse istituita una zona rossa intorno a Nembro e ad Alzano e la risposta è stata una zona rossa in tutta la Lombardia".

Oggi, la Regione è intervenuta con una nota, per chiarire i passi della vicenda. "Nello stesso giorno in cui si registra il primo contagio in Lombardia- si legge- il presidente della Regione Attilio Fontana con il ministro della Salute Roberto Speranza ha assunto la prima ordinanza, con l'obiettivo di sospendere le attività scolastiche, le manifestazioni pubbliche e le attività lavorative e commerciali". Quello stesso giorno, Codogno diventa zona rossa. Poi, "il 1 marzo è stato concordato il primo dpcm, con misure restrittive su tutta la Regione, con particolare severità per le province di Bergamo, Cremona, Lodi e Piacenza, reiterando le misure già disposte per i dieci comuni del lodigiano". Ma il 3 marzo, "a fronte della mappatura della diffusione del contagio", la Lombardia avrebbe richiesto al governo "di istituire una zona rossa per Nembro e Alzano, attraverso il Comitato Tecnico Scientifico di supporto a Palazzo Chigi, che condivideva tale valutazione, inoltrandola al presidente del Consiglio dei ministri e al ministro della Salute".

La risposta del governo, secondo quanto riporta la Regione, è arrivata l'8 marzo, quando è stato approvato il dpcm, che istituiva "la zona rossa in tutta la Regione, superando ogni decisione relativa a Nembro e Alzano e cancellando quella di Codogno".

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