Coronavirus

Code, turni e tracciamenti: ecco come ripartirà l'Italia

La seconda fase sarà divisa in due parti: prima le aziende, poi i cittadini. Scienziati contro il ritorno a scuola. Ripresa graduale e scaglionata: il piano per la riapertura del Paese

Code, turni e tracciamenti: ecco come ripartirà l'Italia

L'Italia si prepara a ripartire. Prima le aziende, poi i cittadini: questa la linea intrapresa dal premier Giuseppe Conte, che questo fine settimana annuncerà il proseguo del lockdown per altri 15 giorni. Il presidente del Consiglio parlerà agli italiani probabilmente venerdì o sabato: renderà nota l'ulteriore proroga dei divieti di spostamento ma utilizzerà parole di fiducia e ottimismo sul via libera alla riapertura di alcune aziende la prossima settimana. Le parole chiave della strategia sono sempre le stesse: gradualità, cautela e prevenzione. Termini che sono stati ribaditi anche nella giornata di ieri, nel corso della riunione con il Comitato tecnico-scientifico: "La tutela della salute resta al primo posto, però i motori del Paese non possono restare spenti troppo a lungo". Le principali preoccupazioni riguardano non solo la tenuta psicologica dei cittadini, ma anche "l’ordine pubblico e l’impatto delle chiusure sull’economia". La curva dell'epidemia si è stabilizzata: ora si entra nella fase "della massima attenzione, che ci impone a mantenere prudenza e rigore". E non possiamo permetterci che la curva si alzi di nuovo: il serio rischio è di ripartire completamente da capo. La fase 2 potrebbe dunque iniziare dopo il primo maggio.

Inevitabilmente le abitudini quotidiane cambieranno radicalmente: bisognerà privilegiare lo smart working perché negli uffici dovrà esserci una minima affluenza quando riapriranno imprese e studi professionali. Invece per chi è costretto a recarsi in sede dovrebbero essere previsti turni alternati, divisi per orario o per fasce giornaliere. La distanza di un metro tra le persone dovrà essere sempre rispettata. Lo stesso Conte ieri ha chiesto di elaborare un programma sulla fase 2 "con l’ausilio di esperti di modelli organizzativi del lavoro, sociologi, psicologi, statistici": l'obiettivo è quello di arrivare a "modelli di convivenza con il virus". Non è dunque da escludere che vi sarà l'obbligo di indossare guanti e mascherine per i lavoratori che hanno contatti con il pubblico e per i clienti che entrano nei negozi.

Tutti in coda e niente scuola

Per fare acquisti sarà necessario rispettare sempre la distanza di sicurezza interpersonale: bisognerà mettersi in coda ed entrare in maniera scaglionata. La riapertura dei centri benessere e dei parrucchieri non appare scontata; tuttavia tali attività potrebbero ripartire mediante un'autorizzazione dopo aver dimostrato di essere in regola e di essere in grado di garantire le condizioni di sicurezza sia per i dipendenti sia per i clienti. Un'ipotesi riguarderebbe l'obbligo di prendere un appuntamento in modo da essere soltanto in due per stanza (lavoratore e cliente).

Le prime riaperture potrebbero riguardare librerie, cartolerie, imprese di supporto alla filiera alimentare e farmaceutica, aziende meccaniche e negozi che vendono prodotti per il tempo libero o forniture per gli uffici. L'avvertimento del ministro degli Esteri Luigi Di Maio è stato chiaro: "Se sbagliamo i tempi torniamo in lockdown e ricominciamo da capo". Proprio per questo motivo gli scienziati si sono detti contrari a una possibile riapertura di asili, scuole e Università: far muovere circa 12 milioni di persone (tra studenti, docenti, personale e genitori) potrebbe risultare fatale vista la calca che si verrebbe a creare sui mezzi di trasporto e nelle classi. In tal senso il Ministero dell'Istruzione si è messo subito al lavoro per farsi trovare pronto in qualsiasi scenario: il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge sulla scuola che contiene le misure che regolano la chiusura dell'anno scolastico.

Il tracciamento

Test attendibili: proprio da loro dipendono il rafforzamento della rete sanitaria per l'assistenza territoriale e la cura domiciliare a cui sta lavorando Roberto Speranza. Non a caso gli scienziati sono stati nuovamente sollecitati a stabilire quali siano affidabili e quali no. "La App dovrà mettere in contatto le persone positive con i medici attraverso la teleassistenza", ha fatto sapere il ministro della Salute. Come riportato dal Corriere della Sera, bisognerà riferire il tutto al ministro per l'Innovazione Paola Pisano: l'applicazione - il cui download dovrebbe essere volontario - tramite il Bluetooth potrà rilevare i codici degli smartphone che ha incrociato. Qualora un individuo dovesse risultare positivo al Coronavirus, gli altri verrebbero semplicemente informati senza fornire alcuna identità del contagiato.

Questo il piano che il governo potrebbe mettere in campo per far ripartire l'Italia.

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