Com'è fascista il certificato di anti-fascismo

Com'è fascista il certificato di anti-fascismo

La si prenda come una provocazione (fino a un certo punto). Ma la vera paura nel Paese, oggi, non è quella per il fascismo di ritorno, quanto per l'antifascismo militante.

Dalla provocazione al fatto di cronaca. In consiglio comunale, a Milano (e il modello rischia di essere recepito a Torino, Pisa e altre città), si discute la proposta, avanzata dalla sinistra più dura&pura, di concedere spazi pubblici, finanziamenti e persino patrocini solo a coloro - associazioni o cittadini - che accetteranno di firmare una carta antifascista. Cioè: o tu fornisci un certificato di provata fede antifascista, oppure non avrai né contributi, né l'uso di sale o biblioteche o auditorium... È esattamente - in maniera speculare - il giuramento di fedeltà al fascismo richiesto negli Anni Trenta ai docenti delle università italiane. O sottoscrivi un atto di formale adesione al regime, oppure niente cattedra. Tra le due «carte» - da un punto di vista del principio - non si vede la differenza. E non staremo a citare il noto aforisma di Ennio Flaiano «In Italia i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti». Ma quello, meno noto, di Winston Churchill sì: «Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni di partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti». Già, bizzarro popolo gli italiani. C'è una Costituzione intrinsecamente antifascista. C'è una Repubblica democratica. C'è una disposizione specifica della Costituzione che vieta la riorganizzazione del Partito fascista. Però si sente la necessità di fare firmare una dichiarazione di antifascismo per utilizzare soldi e spazi della comunità. Strano. E perché non si chiede di firmare qualcosa del genere a chi si candida in Parlamento? O a chi partecipa a un concorso per un posto nella pubblica amministrazione? O chi si iscrive - con una curiosa contraddizione di intenti - all'Albo dei giornalisti, istituito dal fascismo? Al netto dell'ipocrisia di coscienza (come molti professori giurarono fedeltà al Duce e poi continuarono a pensare ciò che volevano, così molti firmeranno la carta dell'antifascismo solo per poter avere l'uso di uno spazio comunale), resta la stupidità.

Se esiste già una legge che vieta l'apologia di fascismo, cosa serve un'ulteriore certificazione di purezza ideologica? Il problema del Paese non è che qualcuno voglia de-fascistizzare il fascismo. Ma che si stia fascistizzando l'antifascismo.

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