Concordia, Schettino disse "andiamo a fare sto c.... di Giglio"

Le parole di Schettino in un'intercettazione. Il cartografo: "Mappe diverse non avrebbero cambiato nulla"

Concordia, Schettino disse "andiamo a fare sto c.... di Giglio"

In una nuova udienza del processo sul naufragio della Costa Concordia, è stato sentito oggi in aula a Grosseto l'ufficiale cartografo Simone Caressa.

"Prima della partenza da Civitavecchia - ha raccontato - il comandante Schettino mi disse di aspettare sul ponte, poi mi ordinò di programmare una variazione della rotta Civitavecchia-Savona per passare accanto al Giglio".

Il capitano Schettino, ha testimoniato Caressa, aveva deciso di passare rasente alla costa dell'isola già alla partenza da Civitavecchia, il 13 gennaio 2012. All'ufficiale cartografo aveva detto: "Andiamo a fare questo c...o di Giglio". A confermarlo un'intercettazione audio che è stata sentita questa mattina.

L'ufficiale cartografo ha spiegato che non era al corrente della ragione dell'inchino, ma che aveva "sentito dire che era per un saluto a qualche abitante del Giglio o che lavorava sulla nave". Ha anche spiegato ai pm, che gli mostravano una mappa nautica della zona che a bordo non era presente, che averla o meno non avrebbe cambiato nulla.

"L'ingrandimento è migliore", ha spiegato Caressa, difendendosi, ma "dal punto di vista della pianificazione del viaggio non sarebbe cambiato nulla. La scala migliore aiuta ma non c’è nessun dettaglio che mi possa essere sfuggito". Il capitano della Concordia ordinò all'ufficiale di prevedere un'accostata a 0,5 miglia dall'isola.

L'ufficiale ha anche spiegato che la pratica degli inchini non era tipica delle navi della Costa, aggiungendo però che "nell’agosto del

538em;">2005 facemmo, su un’altra nave, un’accostata all’isola del Giglio, in totale sicurezza, alla velocità di cinque nodi e a 100 metri dalla costa. Al comando c’era Mario Palombo".

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