Coronavirus

Contagi, frenata finita: risalgono in otto regioni. L'Alto Adige in lockdown

La Provincia "chiude" per tre settimane. E l'UE vule in "rosso scuro" anche il Friuli

Contagi, frenata finita: risalgono in otto regioni. L'Alto Adige in lockdown

I numeri sono lì, a registrare un plateau che se per certi versi non angoscia, nemmeno rassicura. Ieri si sono conteggiati 13.659 nuovi contagi su 151.367 tamponi molecolari (il 9,02 per cento) e 270.142 tamponi totali (il 5,06 per cento) entrambi dati maggiori rispetto all'8,35 e al 4,72 del giorno precedente. Scendono i morti, che ieri sono stati 422 (contro i 477 di mercoledì e i 499 di martedì) e scendono anche i ricoverati totali, che sono 21.894 (erano 22.216, 322 in più) anche se gli infetti che si trovano in terapia intensiva crescono di 6 unità. La Lombardia è la regione con più casi registrati (1.746) a fronte di 33.047 tamponi totali, davanti alla Campania con 1.544 contagi e 18.514 test effettuati.
Ma i conti sono più significativi se si allarga la visuale all'ultima settimana. Dal 29 gennaio a ieri si sono conteggiati 81.974 nuovi casi mentre nei sette giorni precedenti (dal 22 al 28 gennaio) erano stati 87.324 e in quella ancora precedente (15-21 gennaio) 91.972. L'andamento è quindi in lieve flessione, ma non quanto si sarebbe atteso dopo le feste caratterizzate dalle misure di distanziamento. Scendono anche i contagi attuali, che secondo dai 474.617 del 28 gennaio ai 430.277 conteggiati ieri, i ricoveri totali (da 23.066 a 21.894), quelli in reparti ordinari (da 20.778 a 19.743), quelli in terapia intensiva (da 2.288 a 2.151) mentre i decessi della settimana scendono da 3.179 a 2.862. Numeri che secondo la fondazione Gimbe, che si basa su dati più vecchi di due giorni rispetto ai nostri, impongono comunque «di tenere alta l'attenzione sulle nuove varianti». «Esauriti gli effetti del decreto Natale - afferma Nino Cartabellotta, presidente della fondazione - si arresta la discesa dei nuovi casi settimanali, sostanzialmente stabili guardando al dato nazionale, mentre in diverse Regioni s'intravedono i primi segnali di un'inversione di tendenza».
In effetti sono i dati di alcune regioni a preoccupare di più. Nell'ultima settimana otto tra regioni e province autnome hanno visto aumentare i contagi. Il dato più preoccupante riguarda la provincia autonoma di Bolzano, passata dai 3.343 contagi settimanali del 22-28 gennaio a i 4.052 dal 29 gennaio a ieri. Una crescita del 21,21 per cento, che ha spinto ieri sera la giunta provinciale a disporre un lockdown duro per tre settimane a partire da lunedì 8 e fino al 28 febbraio. L'Alto Adige ha anche un dato impressionante per i contagi settimanali su 100mila abitanti, che ammontano a 760,73, un dato più di tre volte superiore rispetto a quello di 250 considerato come la soglia di allarme massimo, quella oltre la quale si entra in zona rossa automaticamente, a prescindere dagli altri indicatori.
Ma ieri il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc) ha indicato oltre a Bolzano anche il Friuli-Venezia Giulia, dove i contagi settimanali per 100mila abitanti sono 232,30, come territori da tenere nella zona rosso scuro. I nuovi casi sono in aumento anche in Campania, Umbria, Toscana, provincia autonoma di Trento, Liguria e Abruzzo. E in diverse regioni le cose non vanno bene nemmeno sul fronte ospedaliero. Secondo Renata Gili, responsabile Ricerca sui servizi sanitari di Gimbe, l'occupazione da parte di pazienti Covid supera in cinque regioni la soglia del 40 per cento in area medica e in sei quella del 30 delle terapie intensive».
Molte differenze anche nella distribuzione del vaccino. Secondo Gimbe si va dallo 0,80 per cento della popolazione vaccinata dellla Calabria all'1,89 per cento dell'Emilia-Romagna.

Complessivamente, il 71 per cento delle dosi arrivate è stato destinato a operatori sanitari e sociosanitari, il 19 a personale non sanitario, il 9 a personale e ospiti delle Rsa e l'1 agli «over 80».

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