Cronache

Così gli aumenti alle sigarette spingono il contrabbando

La Gdf sequestra cinque tonnellate di sigarette a Caserta, 14 arresti. L'escamotage delle ricetrasmittenti in auto. Le piste della droga percorse (anche) dai contrabbandieri

Così gli aumenti alle sigarette spingono il contrabbando

Mentre il governo pensa a varare un nuovo aumento delle sigarette, una delle ultime operazioni della Guardia di Finanza dimostra come il fenomeno del contrabbando – che sembrava consegnato alla storia e al cinema – sia (quasi) completamente risorto e sia diventato un vero e proprio affare per la criminalità organizzata.

Nell’ultimo blitz, avvenuto a Teverola in provincia di Caserta, i finanzieri hanno intercettato un tir fino a un capannone della zona industriale del centro campano. Dall’autoarticolato, che aveva targa lituana, alcuni operai hanno cominciato a scaricare delle grosse bobine attorno alle quali erano legati lunghi e pesanti cavi elettrici. Era solo un escamotage, però: all’interno, infatti, le bobine erano piene di “bionde”. Alla fine i finanzieri conteranno un carico da ben cinque tonnellate di sigarette, di ogni marca e tutte prive del sigillo del monopolio di Stato.

Sono scattate le manette per le quattordici persone scoperte nel capannone, alcune delle quali – come affermano le fiamme gialle in una nota stampa – avevano cercato di abbozzare un’improbabile fuga. I finanzieri, inoltre, hanno scoperto anche un ingegnoso modo utilizzato dai contrabbandieri per bypassare le “pericolose” conversazioni con il cellulare. Invece di rischiare di farsi intercettare, gli uomini ritenuti parte dell’organizzazione avevano fatto istallare sulle loro automobili un sistema di ricetrasmittenti nascoste nelle luci dell’abitacolo. Auto e camion sono finiti sotto sequestro.

Quella del contrabbando di sigarette è una realtà che torna alla ribalta complici la crisi e i continui aumenti dei pacchetti che hanno finito per riaprire il lucroso mercato del tabacco alle consorterie criminali. È storia recente che, manifestatasi qualche anno fa quasi fosse un cammeo ucronico e quasi pulcinellesco, è arrivata adesso a costituire una realtà importante per gli introiti della camorra. Al punto che nell’ultima relazione semestrale antimafia, la Dia inserisce il contrabbando tra le attività illecite più rappresentative - quasi un minimo comune multiplo tra le cosche camorristiche - insieme al traffico di rifiuti, usura ed estorsione, la gestione illegale delle slot machine.

Alcune delle piste più recenti scoperte dagli inquirenti in merito ai “viaggi” delle sigarette di contrabbando lega l’Italia al Maghreb e sottolinea come le rotte della droga si prestino a farsi percorrere anche da centinaia e centinaia di stecche di “bionde” che, provenienti spesso dalla Tunisia o dal Marocco, vengono fatte sbarcare in Campania o sulle sponde dell’Adriatico quando la pista battuta è, invece, quella dei Balcani che fa scalo dal Montenegro.

Tempo fa, gli inquirenti scoprirono che buona parte delle sigarette di contrabbando viaggiava su una sorta di “via della seta”, proveniente direttamente dalla Cina.

Una volta raggiunta l’Italia, le stecche venivano immesse sul mercato, spesso e volentieri la vendita al dettaglio veniva affidata alla manovalanza africana che, specialmente d’estate, batteva le spiagge italiane con grossi sacchi neri pieni fino all’orlo di “bionde” da cedere a prezzo di favore ai bagnanti fumatori.

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