Coronavirus

Anziani, malati, uomini: solo loro i più a rischio per il coronavirus

Secondo una maxi-ricerca cinese condotta su oltre 44.000 persone infettate, malati e anziani sono maggiormente a rischio. Per gli uomini pericolo più elevato

Anziani, malati, uomini: solo loro i più a rischio per il coronavirus

Anziani, malati e uomini: sono loro i più a rischio decesso in caso di contagio. A confermare i dati di un precedente studio è una maxi-ricerca cinese condotta su oltre 44.000 persone infettate dal coronavirus.

I risultati dei test evidenziano che il più elevato tasso di mortalità è stato registrato per gli over 80. I dati del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ccdc) rilevano che oltre l'80% dei casi finora è stato lieve e che proprio i malati e gli anziani sono maggiormente a rischio. Il rapporto del Ccdc, come riporta AdnKronos, mostra infatti che l'80,9% delle infezioni è classificato come lieve, il 13,8% come grave e solo il 4,7% come critico. Il numero di morti tra le persone infette rimane basso, ma aumenta tra i pazienti che hanno più di 80 anni. Al contrario, per i bambini piccoli il tasso di mortalità risulta pari a zero.

La maxi-ricerca porta alla luce anche un aspetto: quello del genere. Secondo quando rilevato, gli uomini appaiono più esposti a rischi letali (2,8%) rispetto alle donne (1,7%). Ma è finita qui. Il report identifica anche le malattie pre-esistenti che mettono in pericolo i pazienti. Chi soffre già di patologie cardiovascolari, diabete, malattie respiratorie croniche e ipertensione, rischia molto in caso di contagio da coronavirus.

La ricerca, pubblicata sul Chinese Journal of Epidemiology, sottolinea anche un elevato rischio per il personale medico: oltre 1.100 operatori sanitari sono stati contagiati nella sola città di Wuhan e i medici morti in città sono sei. A loro si aggiunge anche Liu Zhiming, direttore dell'ospedale Wuchang di Wuhan, deceduto proprio in questi giorni. In totale, sarebbero oltre 1.700 operatori sanitari contagiati in tutta la Cina e il numero pare crescere ogni giorno.

Sul futuro dell'epidemia, la ricerca cinese rileva che "la curva epidemica dell'insorgenza dei sintomi" ha raggiunto il picco intorno al 23-26 gennaio, prima di diminuire all'11 febbraio. Secondo gli esperti, la tendenza al ribasso della curva epidemica complessiva potrebbe significare che "isolamento di intere città, trasmissione di informazioni cruciali (lavaggio delle mani, mascherine) attraverso più canali e mobilitazione di squadre multisettoriali di risposta rapida stanno contribuendo a contenere l'epidemia". La fase più acuta però non può dirsi superata.

Con migliaia di persone che fanno rientro dopo le vacanze, la Cina, avvertono i ricercatori, "deve prepararsi per il possibile rimbalzo dell'epidemia".

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