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Una 'Y' su morti di Covid: ecco cosa sta a indicare

Le bare dei morti per covid-19 segnate con una Y per renderle riconoscibili in caso di esumazione delle salme: gli addetti avranno l'obbligo di indossare le tute protettive anche a distanza di 2 anni dalla sepoltura

Una 'Y' su morti di Covid: ecco cosa sta a indicare

Le bare dei morti per coronavirus saranno segnate con una Y per riconoscerle anche a distanza di 100 anni. Gli addetti avranno l'obbligo di indossare le tute protettive anche a distanza di 2 anni dalla sepoltura, questo nel caso di esumazione delle salme. Come spiega FanPage, i loculi occupati dai deceduti per tale virus dovranno essere sanificati, anche nel caso in cui passasse un secolo, prima di poter essere di nuovo usati per la sepoltura di altre salme. Una concessione, infatti, ha la durata di 99 anni. In realtà, è bene sapere come la procedura qui descritta non è una vera novità: viene, infatti, utilizzata anche per altre malattie altamente infettive come la peste. Y è un simbolo ben preciso, un codice che deve essere apposto sui registri dei cimiteri, per indicare un determinato feretro correlato ad un individuo morto per una malattia pericolosamente contagiosa.

Una Y sulle bare dei morti per coronavirus

A rendere nota ufficialmente tale disposizione è stato il ministero della salute, tramite una circolare del 1 aprile 2020, lettera G, comma 20. La procedura è già diventata concreta nei cimiteri napoletani. Secondo i dati resi noti dalla protezione civile regionale e aggiornati al 21 aprile 2020, in Campania sono 317 gli individui morti per coronavirus, 54 dei quali solo in territorio partenopeo. Molti dei morti sono stati cremati e tale procedimento funebre è stato facilitato dalla protezione civile nazionale. tuttavia, l'incenerimento non deve essere letto come un obbligo in tale periodo, poiché altri morti continuano ad essere tranquillamente tumulati o inumati.

Sono state formalizzate regole severe anche per le esumazioni e le estumulazioni delle persone decedute con covid-19, segnate con Y. Questo è quanto chiarificato dal ministero della salute: “Se eseguite prima di 24 mesi da quando si sia proceduto rispettivamente alla tumulazione o all'inumazione, sono da effettuarsi con procedure di salvaguardia del personale operante, dotato dei Dpi (Dispositivi di Protezione Individuale) adeguati, e in orario di chiusura al pubblico del cimitero".

Ma le novità non finiscono qui e il ministero spiega come anche negli anni seguenti, quando (si spera) la fase d'emergenza sarà terminata, le estumulazioni temporanee dovranno essere attuate, tramite metodi cautelativi opportuni e inoltre: "I loculi risultati di nuovo liberi devono essere sanificati". È, tuttavia, raccomandato l'utilizzo di locolu vuoti per le future tumulazioni. Procedimenti eccezionali, certo, ma comunque necessari visto lo status quo caratterizzante l'Italia e non solo.

Nonostante la pandemia sembri, gradualmente, attenuarsi, purtroppo il numero dei deceduti per coronavirus è ancora da non prendere sottogamba. Ad ogni modo, informiamo come anche il 22 aprile risulti caratterizzato da un record di guariti (2.943) con un calo significativo dei ricoverati.

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