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Coronavirus, è caos su acquisti e adozioni di cani

Decreti, circolari e ordinanze anti-coronavirus hanno bloccato le adozioni e gettato sul lastrico gli allevatori di cani di razza

Coronavirus, è caos su acquisti e adozioni di cani

Nel ginepraio di decreti, circolari e ordinanze per contenere la diffusione del coronavirus si perde l'orientamento. Il governo prescrive di limitare al massimo gli spostamenti, ammettendo delle eccezioni. Tra queste rientrano anche l'adozione o l'acquisto di animali da compagnia? Purtroppo la risposta non è univoca, e il rischio di essere sanzionati è sempre dietro l'angolo.

Secondo Carla Rocchi, presidente dell'Ente Nazionale Protezione Animali, contrariamente a quello che si potrebbe pensare "le adozioni di cani e gatti da canili e rifugi non sono sospese". In una circolare del Ministero della Salute, infatti, la fattispecie rientra nelle attività che "possono essere differite", quindi non c'è un divieto espresso. Una regola di buon senso per evitare il sovraffollamento, perché l'emergenza sanitaria non è servita a fermare gli abbandoni: ogni anno in Italia sono più di 150mila. Certo, le modalità di adozione non sono più le stesse, e cambiano da caso a caso. "È necessario contattare le strutture via telefono per capire come muoversi", chiarisce la Rocchi. Il consiglio è quello di rivolgersi a rifugi che siano nel proprio comune di residenza, allegando all'autocertificazione la documentazione che comprovi l'adozione.

Eppure in queste settimane si moltiplicano le richieste di aiuto da parte di dipendenti e volontari, arrivati allo stremo. Le adozioni sono ferme. "Questo perché - spiega la Rocchi - le regole generali posso trovare tramite le diverse aziende sanitarie locali correttivi che variano da regione a regione". Inoltre, le adozioni fuori comune sono sospese dalla regola della "assoluta urgenza" richiesta per giustificare questo genere di spostamenti. E non solo. Come chiarisce Diana Lanciotti, fondatrice del Fondo Amici di Paco, "incide anche il fattore psicologico, con la paura che c'è in circolazione, le persone preferiscono restare a casa e rimandare le adozioni a settembre". "Ci auguriamo - conclude - che questo periodo di attesa non li scoraggi e che in autunno ci sia un boom di adozioni consapevoli".

Un discorso a parte, invece, va fatto per chi alleva cani di razza. Il governo ha stilato un elenco di attività produttive che sfuggono alla sospensione, indicandole tramite i rispettivi codici Ateco. Gli allevamenti di cani sono una di queste. Ma in una successiva circolare del Ministero della Salute viene specificato che "gli animali non destinati ad attività produttive e zootecniche" possono essere trasportati "solo per esigenze connesse alla salute e al benessere degli animali". Quindi? Regna la confusione più totale e gli allevamenti rischiano il sovraffollamento. "Ho ventidue cuccioli prenotati prima dell'emergenza e pronti per essere consegnati, non so più dove metterli e non so come devo muovermi", ci racconta Angela, che alleva Labrador e Golden Retriever. "I cani non sono delle scarpe che si possono stoccare in magazzino - attacca - più crescono e più diventa difficile sistemarli". "In più - aggiunge - i costi di gestione stanno lievitando, come faccio?".

Una situazione che sta mettendo in ginocchio il settore cinofilo, portando gli allevatori alla disperazione. "Normalmente sono gli acquirenti a venire in allevamento a prendere il cucciolo ma, in tempi di emergenza come questo, chiediamo di essere messi nelle condizioni di poter trasportare noi gli animali senza rischiare di essere sanzionati", propone Pietro Paolo Condò, allevatore e presidente del club Cani Compagnia. "Il rischio - avverte - è che qualcuno risolva le cose per conto proprio e decida di abbandonare i cani che non riesce più a gestire". La questione è stata sollevata anche dal senatore di Fratelli d'Italia Andrea De Bertoldi, "recentemente è stata liberalizzata la vendita al dettaglio di semi, piante e fiori ornamentali, crediamo che vada disposto altrettanto per i cani che non sono oggetti ma esseri viventi".

E per dare ossigeno alla categoria il senatore ha presentato un subemendamento al decreto Cura Italia che prevede l'estensione "anche ai gestori di attività cinofile della sospensione dei versamenti delle ritenute dei contribuiti previdenziali e assistenziali e dei premi per assicurazione obbligatoria".

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