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Coronavirus, Capua: ''Nonni e nipoti separati finché non ci sarà un vaccino''

La virologa Ilaria Capua sottolinea l'importanza di effettuare un'analisi sierologica. Ma finché non ci sarà un vaccino contro il coronavirus molte cose sono destinate a cambiare

Coronavirus, Capua: ''Nonni e nipoti separati finché non ci sarà un vaccino''

Nonni e nipoti divisi fino a quando non avremo chiaro il quadro della situazione sui contagi provocati dal nuovo coronavirus. È questo uno degli effetti collaterali che potrebbe causare il Covid-19, come ha spiegato nel dettaglio al Tg1 Ilaria Capua, direttrice dell'One Health Center of Excellence dell'Università della Florida.

Il punto fondamentale è che per sconfiggere il nuovo coronavirus serve un vaccino. La corsa è già iniziata e in pista troviamo diversi concorrenti, molti dei quali stanno addirittura cooperando spalla a spalla. Nonostante tutta la buona volontà e un lavoro estenuante, i tempi di attesa stimati si aggirano comunque attorno ai 12 mesi circa. Più o meno un anno.

Che cosa succederà fino a quel momento? No, non staremo sigillati in casa fino a che non sarà scoperto un vaccino o un farmaco. Torneremo in un certo senso alla quotidianità, ma a una quotidianità diversa rispetto a quella che avevamo sempre vissuto. Intanto dovremo continuare a uscire indossando le mascherine, rispettare il distanziamento sociale ed evitare assembramenti.

Dopo di che sarà fondamentale lavarsi le mani più volte al giorno ed evitare di stare a contatto con persone che presentano sintomi sospetti, quali tosse e febbre. Insomma, torneremo a vivere ma lo faremo in modo diverso.

L'importanza dell'analisi sierologica

Nel frattempo Capua ha fatto il punto della situazione su cosa andrebbe fatto per limitare ulteriormente la diffusione del coronavirus. Ad esempio l'analisi sierologica è ''un'ottima idea'' in quanto si tratterebbe di ''un'indagine che darà risultati davvero utili''. ''Ne abbiamo bisogno – prosegue la virologa, citata dal Messaggero - serve una fotografia italiana con strumenti sovrapponibili, serve la stessa foto in Lombardia così come Sicilia. Servono test approvati dal Ministero della Salute e validati perché la macchina fotografica deve essere identica''.

Dal punto di vista sociale è di vitale importanza definire ''le categorie da mettere in sicurezza, non chi parte prima''. In altre parole vanno identificate le caratteristiche delle categorie. Capua è emblematica: ''Alcuni gruppi di persone come nonni e nipoti non potranno stare insieme come prima fino a quando non si saprà come stiamo come popolo''. Troppo elevato il rischio che gli anziani possano essere infettati, dal momento che i pazienti più a rischio sono proprio loro.

Nei giorni scorsi, in un intervento sul Corriere della Sera, Capua era stata chiarissima: ''Il distanziamento fisico e le misure di igiene personale e pubblica aiutano ad appiattire la curva quindi a ridurre la velocità del contagio.

Ma una curva più piatta non significa blocco della diffusione virale, significa riduzione della circolazione virale quindi è chiaro che il virus continuerà a circolare in maniera «visibile» - ovvero provocando i casi clinici fino a quando non si stabilirà l’immunità di gregge, naturale o da vaccinazione''.

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