Coronavirus

Coronavirus, ecco come gli chef nel mondo affrontano la fuga dei clienti

Intanto da noi l’Associazione italiana Ambasciatori del Gusto, che raggruppa gli imprenditori di questo settore, ha chiesto all’esecutivo l’accesso ai fondi di disoccupazione per i propri dipendenti

Coronavirus, ecco come gli chef nel mondo affrontano la fuga dei clienti

Come reagisce il mondo della ristorazione di fronte all’emergenza coronavirus? Qui da noi l’Associazione italiana Ambasciatori del Gusto, che raggruppa gli imprenditori di questo settore, ha chiesto all’esecutivo l’accesso ai fondi di disoccupazione per i propri dipendenti e la sospensione degli adempimenti tributari per le regioni colpite dall’epidemia. In questi giorni sono di meno le persone che decidono di andare fuori a cena e così alcuni ristoranti hanno deciso di chiudere, mentre altri restano aperti per dare un senso di normalità.

La situazione in Europa

Come riporta La Stampa, un locale di Caporetto in Slovenia non sembra aver risentito dell’emergenza coronavirus, soltanto un paio di cancellazioni ma in realtà si tratta di soggiorno posticipato, anche perché in questo stato e nel vicino Friuli Venezia Giulia non ci sono stati contagi. La situazione apre tranquilla in Austria e in Polonia come testimoniato da due chef. Stesso discorso per Barcellona, dove il capocuoco di un locale racconta che finora non ha perso clienti, ad eccezione di quelli cinesi. I viaggiatori del Paese asiatico hanno cancellato le loro vacanze anche in Portogallo, in particolare in Algarve e a Gerusalemme. Le disdette stanno interessando Helsinki, dove i client stranieri cambiano i loro piani di viaggio.

Uno chef di Galway, in Irlanda, non è tranquillo in quanto il suo locale ha fatto registrare un calo dei numeri. Questo rappresenta ovviamente un problema perché hanno da poco cancellato la gara di rugby tra Irlanda e Italia prevista a Dublino e si va incontro alla festa di San Patrizio, che coinvolge ogni anni migliaia di persone.

In generale gli chef sono preoccupati. Uno stato d’animo che emerge anche da un capocuoco di Copenaghen spiega che la Danimarca non è stata ancora colpita dal coronavirus ma le banche e il mercato azionario stanno iniziando a far sentire la pressione per l’epidemia. Secondo lo chef, alcuni ritengono che il Paese non percepirà il problema fino alla prossima estate. E aggiunge che per il momento il settore non ha subito danni ma potrebbe accadere se il contagio arrivasse anche qui.

Situazione Oltreoceano

In Sudamerica si lavora molto con clienti internazionali, come ad esempio a Rio de Janeiro e Lima.

Un ristoratore della città brasiliana è preoccupato perché ha tanti ospiti stranieri e dalla capitale del Perù gli fa eco un collega, convinto che tra pochi giorni il virus arriverà nel suo Paese e ci saranno conseguenze per tutti.

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