Coronavirus

Coronavirus, governo vuole ridurre quarantena Esperti divisi

Il governo è orientato a ridurre da 14 a 10 i giorni di quarantena per ridurre i costi economici e sociali dell’isolamento. Nel Cts pareri discordanti

Coronavirus, governo vuole ridurre quarantena Esperti divisi

Il coronavirus continua a circolare in Italia. I dati in crescita rispetto a qualche settimana fa delle persone positive, seppur asintomatiche, sono un elemento da non sottovalutare anche se è bene specificare che questo aumento coincide con un forte incremento dei tamponi effettuati quotidianamente. Una importante novità nella lotta a Covid-19 potrebbe essere legata alla quarantena: il governo ipotizza, infatti, di abbassare da 14 a 10 giorni il periodo di isolamento per chi è stato a contatto con un positivo.

Al momento, però, si tratta solo di un’idea su cui si sta dibattendo al ministero alla Salute. Il motivo di questa modifica sarebbe legata non tanto a questioni sanitarie: tenere in casa persone per un lungo periodo potrebbe creare nuove e ancor più devastanti danni al sistema economico e sociale italiano. Non è un caso, spiega Repubblica, che la voce sulla riduzione del tempo di quarantena sia emersa dopo che martedì il premier Giuseppe Conte aveva chiarito che un taglio dei tempi avrebbe un impatto sopportabile per famiglie e imprenditori. E così ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza, è sembrato disponibile a valutare un passo del genere, a patto che venga preceduto da un accordo a livello europeo e dal via libera del Comitato tecnico scientifico.

Ma nel Cts ci sono posizioni diverse. Qualcuno è assolutamente contraio a una riduzione della misura della quarantena mentre altri sono più aperti. Tra questi ultimi c'è lo pneumologo Luca Richeldi che ammette che questo è un tema "importante, da discutere. Non c'è dubbio che in Italia la fase epidemiologica attuale dimostra, con tanti tamponi e un numero di nuovi positivi contenuto, che il sistema territoriale svolge bene il compito di ricostruire le catene dei contagi. Quindi la riduzione può essere dibattuta da noi esperti, anche alla luce di eventuali nuove evidenze scientifiche".

Poi ci sono i contrari che si rifanno anche dell’ultima dichiarazione dell'ufficio europeo dell'Oms: "Difendiamo la raccomandazione di una quarantena di 14 giorni per prevenire la trasmissione del virus, che è basata sui dati disponibili sul periodo di incubazione; in sostanza il periodo medio è di 4-5 giorni, con un limite superiore di 14 giorni". In questo caso la quarantena è intesa per le persone che vanno in isolamento fiduciario in attesa di capire se sono stati colpiti dalla malattia. Discorso diverso è per chi ha preso il coronavirus e deve aspettare che scompaiano i sintomi, ovviamente quando ci sono, e di avere due tamponi negativi in 24 ore. Ma anche su quest’ultimo punto non c’è convergenza. Se l’Oms aveva aperto alla possibilità di fare un solo tampone per dichiarare ufficialmente vinta la malattia, il 22 giugno scorso il Cts aveva invitato le autorità a non apportare modifiche.

"L'Oms ha riconfermato la validità della quarantena a 14 giorni. C'è un dibattito aperto in Europa, c'è stato un confronto su questo nel consiglio dei ministri europei, e l'opinione prevalente è che vada fatto un approfondimento. Si può immaginare una riduzione dei 14 giorni a fronte di un tasso di rischio che aumenterebbe in una percentuale abbastanza limitata. È una valutazione che vogliamo fare col Cts e anche confrontandoci con gli altri Paesi", ha dichiarato ieri Speranza a nel corso della conferenza stampa sulla scuola tenutasi a Palazzo Chigi.

Il tempo stringe. Il ritorno in classe degli studenti potrebbe favorire il moltiplicarsi di focolai di coronavirus.

Il rischio è che se non si adottano precise strategie oggi, nell’immediato futuro potrebbe verificarsi una situazione di caos e malcontento generale.

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