Coronavirus

Covid-19, allarme dell’esperto: "È possibile non guarirne più"

Alessandro Santin, oncologo della Yale University, ha spiegato che esistono pazienti che hanno sviluppato il coronavirus in forma lieve e che dopo essere guariti si sono riammalati

Covid-19, allarme dell’esperto: "È possibile non guarirne più"

Nonostante i numerosi studi condotti in questi mesi, del coronavirus la comunità scientifica conosce ancora poco. Tanti sono i dubbi su questa malattia che ha sconvolto il mondo e stravolto le nostre abitudini quotidiane. Negli ultimi tempi gli esperti stanno dibattendo su una questione, fino ad ora poco presa in considerazione, che potrebbe rappresentare una bomba sanitaria: quella di pazienti che, tornati negativi, potrebbero non guarire del tutto o cronicizzarsi e, in futuro, tornare positivi innescando così nuovi focolai. La possibilità è reale.

Come spiega Il Fatto Quotidiano, di questo scenario farebbero parte alcuni pazienti che hanno sviluppato il Covid in forme lievi e moderate. Il loro numero è potenzialmente enorme: fino al 10% di persone colpite dalla malattia che si sono ammalate senza che fosse necessario il ricovero. Tra questi pazienti non ci sarebbero persone con gravi patologie pregresse ma soggetti sani come giovani e sportivi che, colpiti dal microrganismo, non riescono quasi più ad alzarsi dal letto da mesi.

Costoro hanno superato il coronavirus, almeno apparentemente. Incubo alle spalle? No. Perché poco tempo dopo si sono riammalati. Eppure, e questa è un'altra cosa inquietante, la maggior parte di loro continuano a essere negativi sia al tampone, sia al test sierologico che rileva la presenza di anticorpi. Le persone di nuovo colpite da Covid non riescono a respirare bene, a camminare o ad eseguire altre attività semplici. La forte debilitazione non dipenderebbe da danni irreversibili ai polmoni o altri organi causati dalle forme gravi di coronavirus ma dalla "tempesta citochimica", l’azione del sistema immunitario che annienta il nemico esterno, riuscendoci, ma che al contempo distrugge i tessuti degli organi, a volte in modo irreversibile. Non è il caso di questi pazienti, come mostrano le loro lastre al polmone.

Alessandro Santin, oncologo della Yale University (Usa), ha raccontato di aver seguito centinaia di pazienti Covid. "Tutto ciò che sappiamo fino ad oggi sul Covid deriva dallo studio di quel 20% che ha sviluppato la forma severa ed è quindi stata ricoverata in ospedale”, ha spiegato il professore. "Non ci si è concentrati per niente su chi era malato a casa. Ma ora vediamo che c'è un numero di persone enorme fuori dagli ospedali che non guarisce- ha aggiunto- e che non sappiamo ancora se guarirà mai. Lo sappiamo dalle chiamate che da mesi continuano a fare ai pronto soccorso, negli Usa".

In effetti, queste persone contattano medici ed ospedali in quanto, seppur ufficialmente guariti, continuano ad accusare malesseri. In diversi casi vengono trattati come malati immaginari e marginalizzati. Il loro numero continua a crescere tanto che nelle ultime settimane questi pazienti soprannominati "long haulers" hanno costituito delle associazioni. "Non ci sono ancora dati, ma da quello che vediamo a Yale sono fino al 10% di quell'80% di pazienti che ha sviluppato forme lievi o moderate di Covid, cioè un numero enorme in tutto il mondo", ha sottolineato Santin.

Un grande mistero per il quale la scienza non ha una risposta. L'ipotesi è che queste persone, per motivi ancora ignoti, non sviluppino anticorpi. Ci sono due possibili spiegazioni al fenomeno. La prima è che il virus non sia più presente nell'organismo ma il sistema immunitario vede piccoli residui del nemico esterno, seppur inattivi, e così continua il suo lavoro di protezione. La seconda è che il virus ci sia ancora ma nascosto in alcune cellule dei polmoni dette macrofagi alveolari: in questo caso i tamponi non individuano il virus ma i sintomi permangono al punto tale che potrebbero cronicizzarsi, trasformando i pazienti in portatori cronici asintomatici. "Alla prima influenza stagionale che abbassa la risposta del sistema immunitario, potrebbero tornare positivi, perché il virus rientrerebbe in circolo", ha spiegato Santin.

Cosa distingue queste persone dai pazienti che, come loro, hanno sviluppato solo una forma lieve di Covid ma, per fortuna, poi sono definitivamente guariti? Non ci sono certezze ma solo ipotesi. Come quella che induce a pensare in qualche modo nella vicenda sia implicata l’allergia. "È come se il sistema immunitario di questi pazienti, di fronte alla presenza del SarsCov2, reagisse come alla presenza di un allergene, rispondendo non con gli anticorpi e la tempesta citochinica che causa le forme gravi, ma scatenandogli contro l'arma che l'organismo utilizza in risposta a reazioni allergiche, all'asma e alle infezioni da parassiti: gli eosinofili al posto degli anticorpi", ha affermato l’oncologo.

In pratica, chi soffre di malattie respiratorie come l'asma allergica è più protetto dalle forme gravi di Covid. Il paradosso del coronavirus. "Il sistema immunitario- ha concluso Santin- continua a rimanere attivo per mesi, causando i sintomi in forma moderata, come se fosse di fronte a una reazione allergica persistente. Negli Usa vediamo che da 4 mesi queste persone non riescono ad alzarsi dal letto.

E non sappiamo ancora se ci riusciranno".

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