È passato quasi un mese da quando l’Italia si è trovata a dover fare i conti con l’arrivo del coronavirus sul territorio nazionale. Un virus di cui poco ancora si sa e che ha impiegato poco tempo a colpire diverse migliaia di persone. La sua velocità di propagazione da persona a persona ha avuto la capacità di mettere in difficoltà il sistema sanitario nazionale che ha sempre dimostrato di essere all’avanguardia. Dopo essere stati spettatori degli effetti che la malattia ha causato a Whuan, la città focolaio dei contagi, adesso gli italiani stanno vivendo in prima persona questa drammatica esperienza.
Ogni giorno i bollettini sanitari diramati delle Regioni annoverano nuovi casi di positività ma anche di decessi. Mentre da una parte la ricerca scientifica prova a fare passi da gigante alla scoperta di farmaci e vaccini per debellare la malattia in tempi veloci, dall’altra, l’unico strumento di difesa che i cittadini hanno a disposizione è quello di rimanere in casa. Meno contatti con persone e meno possibilità che il virus si diffonda. Gli ospedali sono ormai al collasso e diventa sempre più difficile far fronte all’emergenza. Diversi gli appelli a rimanere in casa lanciati in tv e sui social da parte delle persone che riescono ad avere più influenza sulla gente. A loro si sono aggiunti anche i medici e gli infermieri, quegli “angeli” che, in prima linea sono costretti a sostenere turni estenuanti pur di salvare più vite possibili. Le immagini dei segni lasciati sui loro visi dalle mascherine stanno facendo il giro di tutto il mondo. Tutto questo allo scopo di sensibilizzare le persone sulla necessità di rimanere in casa perché anche il personale sanitario si trova a sostenere sacrifici inumani pur di combattere l’emergenza.
Se molti cittadini si stanno comportando bene attenendosi alle regole, vi è anche da dire che altri stanno avendo dei comportamenti poco responsabili. A garantire il rispetto delle disposizioni scendono in prima linea le forze dell’ordine. Con turni alterni, sfidando freddo e rischi sulla strada, tutelano h24 l’incolumità della salute pubblica. Altri aiutano anche le persone più deboli ad affrontare quelle difficoltà che in questo periodo diventano insormontabili. Nelle ultime giornate gli italiani, da Nord a Sud, in senso di gratitudine verso gli uomini in divisa, affacciandosi dai balconi hanno espresso la propria riconoscenza verso il loro lavoro con lunghi applausi. A ricordare a tutti di rimanere in casa anche il gesto innocente di Andrea e Alessandro. Due fratelli di 4 e 9 anni.
Loro sono i figli di un carabiniere che presta servizio nel comando provinciale di Catania. Adesso vedono poco il loro papà perché come tutti gli altri colleghi, il militare sta sostenendo dei turni maggiormente impegnativi proprio per tutelare la cittadinanza da chi pone in essere comportamenti poco rispettosi verso il decreto. I due fratellini con un cartellone contrassegnato dai colori speranzosi dell’arcobaleno e dalla fiamma dei carabinieri dicono: “Il nostro papà non può, ma noi restiamo a casa”.
Una bella lezione, un esempio da seguire che viene proprio dalla genuinità dei più piccoli che, come tutti i figli delle persone che operano in prima linea nel campo delle avversità, crescono sin da subito con grande senso di responsabilità.
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