Coronavirus

Adesso il Cts cambia strategia: l'isolamento ridotto a 10 giorni

La mossa per alleggerire le strutture sanitarie ed evitare infinite code per i test. Per tornare a uscire di casa basterà un tampone finale di sicurezza?

Adesso il Cts cambia strategia: l'isolamento ridotto a 10 giorni

Il governo prepara la stretta: a pochi giorni dal nuovo Dpcm da varare, iniziano a trapelare le prime indiscrezioni sulle prossime iniziative promosse dai giallorossi per contrastare la diffusione del Coronavirus. Il divieto di assembramento è alla base dell'azione dell'esecutivo che ora è pronto non solo a dire stop alle feste (private e non) e a quelle in programma in luoghi o locali pubblici, ma anche a limitare il numero di presenze nei matrimoni e nei party privati. Altre misure potrebbero riguardare il divieto di somministrazione di alcolici da asporto nei locali dopo le ore 22.00 e di sosta in piedi fuori dai locali. Non sono inoltre da escludere ulteriori novità pure sulla questione relativa all'isolamento fiduciario in caso di sospetto contagio.

Potrebbe, infatti, essere ridotto da 14 a 10 giorni. In queste ore stiamo assistendo a realtà di fatto che fotografano una situazione piuttosto complicata: ore di fila interminabili e traffico cittadino paralizzato per poter fare il tampone ai Drive-in, con tanto di cittadini stremati e strutture al collasso. Ecco perché si starebbe valutando la possibilità di consentire ai medici di base e pediatri di effettuare i test rapidi (che hanno una validità pari al 95%), per poi sottoporre al tampone solamente chi dovesse risultare positivo. L'intento sarebbe quello di alleggerire le strutture sanitarie e rendere più razionale il meccanismo che porta le persone in isolamento fiduciario.

Quando si esce di casa?

Il tema quarantena torna dunque al centro del dibattito. Walter Ricciardi sostiene che dovrebbe scendere da 14 a 10 giorni e che i tamponi di controllo andrebbero ridotti da due a uno. Un'opzione che pare mettere d'accordo una buona parte della comunità scientifica, visto che anche tra gli esperti del Comitato tecnico-scientifico pare venga definita plausibile. Effettivamente il rischio sarebbe quello di ritrovarci con mezzo Paese rinchiuso in casa, con un lockdown indiretto che avrebbe comunque le medesime drastiche conseguenze. Appare evidente come sarebbe fondamentale avere certezze sulle tempistiche per eseguire i test e ricevere i risultati qualora si dovesse decidere per un tampone obbligatorio.

Il membro del comitato esecutivo dell'Organizzazione mondiale della sanità ha fatto sapere di aver sottoposto la questione al Ministero della Salute, auspicando che il governo prenda seriamente in considerazione tale ipotesi: "Stiamo analizzando quello che ha fatto la Germania, che ha ridotto la quarantena per i soggetti sospetti da 14 a 10 giorni con un solo tampone negativo per autorizzare la fine della quarantena". Prima di essere deliberata comunque dovrà ricevere il via libera del Cts.

"Dal punto di vista dell'evidenza scientifica perde qualcosa, ma consente una gestione dell’epidemia più agevole in questo momento in cui i casi sono più di 4mila al giorno", ha concluso Ricciardi.

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