Coronavirus, pronte 80 caserme per ospitare i malati

Se i contagiati da coronavirus dovessero crescere ancora, si rischierebbe il collasso degli ospedali. La Difesa mette così a disposizione oltre 6mila posti letto

Coronavirus, pronte 80 caserme per ospitare i malati

Nel caso fosse necessario reperire strutture per fronteggiare l’emergenza coronavirus, sono già disponibili circa 80 caserme per un totale di 6.600 posti letto. Le strutture sono state messe a disposizione su tutto il territorio nazionale dal ministero della Difesa dopo una verifica delle disponibilità da parte del comando operativo di vertice interforze. Insomma, se gli ospedali non dovesse reggere l’impatto dei malati, allora interverrebbe l’esercito per risolvere il problema.

Al momento i casi accertati di nuovo coronavirus sono oltre 1600, la maggior parte tra Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, ma pazienti risultati positivi al tampone sono in tutte le regioni, ad eccezione di Valle d’Aosta, Molise e Basilicata. Poco meno della metà si trovano in ospedale. Di questi, poco più di cento sono in terapia intensiva. Il timore è che, se l’epidemia dovesse allargarsi, le strutture ospedaliere potrebbero trovarsi in sofferenza. L’allarme è arrivato dalla Lombardia, dove i casi accertati sono quasi mille.

Sempre in territorio lombardo l’assessore regionale, Alessandro Mattinzoli, è risultato positivo al test del coronavirus. Si tratta del responsabile per le attività produttive. È stato ricoverato agli Spedali Civili di Brescia. "Il collega Mattinzoli è risultato positivo al coronavirus, pertanto, come previsto per gli operatori dei servizi essenziali di pubblica utilità, tutta la giunta si sottoporrà ai test di accertamento. Per questo siamo stati costretti a rinviare la visita agli ospedali di Lodi, Codogno e Cremona", hanno riferito in una nota il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e l’assessore al Welfare, Giulio Gallera. "Una volta ottenuti gli esiti, attiveremo le procedure previste dai protocolli regionali, condivise con il ministero della Salute e l’Istituto Superiore di sanità per i contatti diretti", ha aggiunto l’assessore Gallera.

Intanto il sindacato dei medici ospedalieri, Anaao Assomed, ha fatto sapere: "Nei reparti di terapia intensiva e malattie infettive serve un numero maggiore di posti letto. Ce lo chiedono gli operatori sanitari, specialmente nelle zone della Lombardia, del Veneto e dell’Emilia-Romagna dove si è diffuso il Covid-19". E ancora: "Attualmente in tutt’Italia ci sono 5.100 posti letto in terapia intensiva, ma nelle zone colpite i posti non sono sufficienti: bisogna organizzare immediatamente delle tensostrutture fornite dalla protezione civile da dedicare esclusivamente ai contagiati da coronavirus", ha osservato Carlo Palermo, segretario nazionale del maggiore sindacato italiano dei medici ospedalieri Anaao Assomed.

Ha poi aggiunto: "Bisogna coinvolgere nell’organizzazione anche le strutture private convenzionate che potrebbero accogliere i pazienti che soffrono di altre

patologie: dagli oncologici, ai cardiologici, liberando posti nei reparti ospedalieri da dedicare ai contagiati. Facendolo per esempio all’Ospedale Sacco di Milano, dove si potrebbero concentrare i malati di Covid-19".

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