Coronavirus

Le "quattro D" per tornare alla normalità: il piano della Lombardia

Si riapre il 4 maggio: mascherine obbligatorie e norme anti-assembramento. Fontana: "È la via lombarda alla libertà"

Le "quattro D" per tornare alla normalità: il piano della Lombardia

Dopo il Veneto, la Lombardia e anche il Piemonte. Nella regione di Luca Zaia, per volontà della giunta, è già partita la cosiddetta e tanto agognata Fase 2, che di fatto prevede un lockdown soft e permette a famiglie e imprese della "locomotiva d'Italia" di tornare ad assaggiare un po' di libertà e la vita così come la abbiamo lasciata a inizio marzo.

Oggi, a circa un mese dall'entrata in vigore della serrata obbligata in ottemperanza alle misure di contenimento contro la pandemia di coronavirus varate dal Cura Italia, in Lombardia si guarda avanti. Nonostante la regione rimanga la fetta dello Stivale più in difficoltà causa Covid-19 – Milano e le provincie di Bergamo e Brescia sono realtà critiche e attenzionare – la giunta di Attilio Fontana ha lanciato un piano per la "nuova normalità", in cui le stelle polari sono programmazione, prevenzione e cura.

Stando a quanto comunicato dalla Lombardia stessa, a partire da lunedì 4 maggio, la regione chiederà ufficialmente al governo centrale di Roma di dare il via libera alle attività produttive del territorio nel rispetto di quelle che sono state definite le "Quattro D", ovvero: Distanza di un metro di sicurezza tra le persone); Dispositivi, cioè obbligo di mascherina per tutti; Digitalizzazione, ovvero smart working per le attività che lo possono prevedere; Diagnosi, infatti dal 21 aprile inizieranno i test sierologici grazie agli studi in collaborazione con il San Matteo di Pavia.

Ma non è finita qui, visto che non bisogna cadere nell'errore di abbassare troppo la guardia di fronte al nemico coronavirus. Motivo per il quale alle "Quattro D" si aggiunge un piano di riapertura con orari scaglionati uffici e aziende in primis, e in secundis scuole e università. Nella nota di regione Lombardia, infatti, si legge: "Un esempio della nuova normalità saranno le aperture delle attività scaglionate e sull'arco di tutta la settimana per evitare il sovraffollamento dei mezzi pubblici. Facendo tesoro della prima fase della pandemia, l'ospedale straordinario alla Fiera di Milano (che è costato zero euro pubblici) diventerà il presidio che veglierà sulla salute dei lombardi come una vera e propria assicurazione contro il sovraffollamento delle altre strutture regionali".

Le strategie non si esauriscono così, dal momento che la regione fa sapere di stare lavorando anche a un piano di sostegno per le piccole e medie imprese - suul tavolo ci sarebbe un pacchetto di facilitazioni per l'accesso al credito, con la possibilità di mobilitare risorse fino a un miliardo, e anche beneficio del personale sanitario, per il quale si pensa a una stabilizzazione e un bonus economico con almeno 80 milioni di Regione Lombardia in aggiunta ai fondi del governo.

"È la via lombarda alla libertà", dichiara il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. E sull'esempio lombardo si è allineato anche il Piemonte di Alberto Cirio, che per la Fase 2 fissata al 4 maggio ha deciso l'obbligatorietà di uscire di casa solo indossando le protezioni per bocca e naso.

Motivo per il quale la regione, imponendo l'obbligo della mascherina, ha dato notizia dell'intenzione di provvedere a una distribuzione a tappeto di 5 milioni di dispositivi, così da permette alla popolazione di rispettare l'obbligo.

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