Quel "coronavirus shop" che prometteva immunità: 14 denunciati per frode

La frode, scoperta dalle Fiamme Gialle torinesi, riguarda tutto il territorio nazionale. Sono 14 gli imprenditori finiti nei guai

Quel "coronavirus shop" che prometteva immunità: 14 denunciati per frode

Si susseguono senza sosta le speculazioni sulle paure legittime che nelle ultime settimane stanno attanagliando l'Italia. In seguito alla maxi operazione dei giorni scorsi che ha visto migliaia di articoli spacciati come 'antidoti' contro il virus e pertanto venduti a prezzi folli, la Guardia di Finanza di Torino sta proseguendo le indagini. Nell'ambito delle stesse è stato individuato un vero e proprio 'Coronavirus shop', almeno è questa la denominazione riportata nel sito incriminato. Ionizzatori d'ambiente, mascherine, tute, guanti protettivi, prodotti igienizzanti, occhiali. E ancora kit vari, facciali filtranti, copri-sanitari, integratori alimentari. L'utilizzo di questa merce, secondo quanto ingannevolmente pubblicizzato dai venditori, avrebbe assicurato l'immunità totale dal Covid-19.

I Baschi verdi del Gruppo Pronto Impiego del capoluogo piemontese, coordinati dai magistrati Vincenzo Pacileo e Alessandro Aghemo, hanno identificato e arrestato 14 imprenditori, tutti italiani, ideatori del 'Coronavirus shop'. Frode in commercio. Questa l'accusa mossa nei loro confronti e per la quale ora rischiano fino a due anni di reclusione. Salgono così a 33, in pochi giorni, i truffatori del web pronti a garantire una protezione totale dal Coronavirus mediante l'utilizzo delle apparecchiature più disparate. Anche in questo caso i prezzi alla vendita per ogni singolo articolo hanno raggiunto le migliaia di euro.

La frode scoperta dalle Fiamme Gialle torinesi riguarda tutto il territorio nazionale. Torino, Cosenza, Napoli, Foggia, Rimini, Salerno, Caserta, Modena, Cagliari, Campobasso, Mantova e Macerata. Queste le province coinvolte nell'operazione. Ideatori del 'Coronavirus shop' erano titolari di varie attività commerciali: ferramenta, commercianti di detersivi, coltivatori diretti, allevatori di bestiame, profumerie, venditori porta a porta. Chiudendo il cerchio attorno a questa prima fase investigativa, i militari hanno, altresì, segnalato all'Autorità Giudiziaria le 16 società coinvolte per la responsabilità amministrativa derivante dalla commissione dei reati.

Nonostante i ripetuti messaggi lanciati dalle autorità sanitarie alla collettività circa la modalità di impiego dei presidi medici e sulla loro effettiva utilità, il panico prende sempre più piede. E c'è chi, come già accennato, trasforma questo clima ansiogeno in un tornaconto personale. Nella giornata di martedì 3 marzo i finanzieri del Comando Provinciale di Milano hanno sequestrato prodotti disinfettanti venduti online in varie aree della Lombardia e del nord Italia. Le attività di indagine, estesesi poi su tutto il territorio nazionale, si sono concentrate in un centro di distribuzione logistica sito in provincia di Piacenza. Non solo furbetti del web. Le Fiamme Gialle del capoluogo lombardo sono impegnate anche in pattugliamenti per contrastare il commercio abusivo di mascherine e prodotti igienizzanti.

In particolare, in tre dististi interventi, sono stati sorpresi venditori ambulanti (di cui uno sprovvisto di licenza commerciale) tutti di nazionalità extracomunitaria che cedevano ai passanti mascherine protettive prive del marchio CE.

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