Coronavirus

Coronavirus, il terrore del contagio che attanaglia tutte le isole minori

Isole sempre più isolate: tra paura del virus e consapevolezza di non avere adeguati strumenti per fronteggiare un'emergenza sanitaria, le popolazioni scelgono la via dello stop ad ogni contatto con persone esterne. Anche se questo vuol dire comportare pure un grave danno all'economia turistica

Coronavirus, il terrore del contagio che attanaglia tutte le isole minori

Sono questi giorni decisivi per capire quale evoluzione avrà la curva dei contagi da coronavirus in tutta Italia. Nel week end appena trascorso si è assistito ad un rallentamento dei ricoveri e dei contagi ma questo non vuol dire ovviamente che bisogna abbassare la guardia, anzi, è proprio adesso che occorre essere prudenti e mantenere alta l’attenzione. Il nemico è invisibile e potrebbe rappresentare una minaccia ancora per molto tempo con tutte le conseguenze che ne deriverebbero non solo a livello sanitario ma anche economico. Lo sanno bene nelle isole minori che, in questo periodo, stanno cercando di difendersi in tutti i modi dalle minacce rappresentate dal virus. Un “ingresso” del Covid-19 in quei territori potrebbe causare effetti devastanti. Ed ecco che proprio per questo motivo, le isole si sono realmente "isolate" rispetto al resto del mondo adottando provvedimenti a tutela della pubblica incolumità.

A Linosa, la più piccola isola delle Pelagie, gli abitanti nei giorni scorsi si sono battuti per impedire l’ingresso nel loro territorio di qualsiasi persona proveniente da altre zone. Sul territorio non sono presenti ospedali e vi è solo un medico di famiglia che deve prestare assistenza ai circa 450 isolani. Se si dovesse innescare una catena di contagi e la necessità di ricevere un supporto dagli ospedali, gli effetti sarebbero drammatici. Senza andare lontano vi è poi Lampedusa dove, lo scorso fine marzo, si sono vissuti momenti di apprensione per il primo caso positivo al coronavirus. Una docente rientrata sull’isola maggiore delle Pelagie è risultata positiva al test. Gli scorsi giorni poi, in entrambe le isole sono stati eseguiti una ventina di tamponi, tutti negativi con grande sollievo per gli abitanti. Rimane comunque alta l’attenzione e le precauzioni diventano il primo mezzo di difesa contro ogni possibile contagio.

Vi è anche da considerare che Lampedusa è una zona sensibile per via degli sbarchi dei migranti che si registrano nei periodi più miti dell’anno, con maggiore concentrazione in estate. Se all’interno dell’hotspot dovesse esserci qualche migrante positivo al coronavirus l’effetto sarebbe devastante: impossibile poter mantenere le distanze di sicurezza all’interno del centro e, altrettanto impossibile, riuscire a trattenere gli ospiti dentro la struttura. La cronaca, in altre parti del nostro Paese, ci racconta come spesso proprio i migranti siano scappati perché impossibile far capire loro le attuali modalità di comportamento. Con la preoccupazione quindi di molti cittadini circa la possibilità che gli stessi extracomunitari possano rappresentare mine vaganti sul territorio, vanificando gli sforzi della popolazione che, in tutto questo periodo, si è attenuta alle disposizioni per il contenimento del contagio.

Nel resto d’Italia non va meglio: il coronavirus è uno spauracchio che sta attanagliando tutte le isole minori. Anche perché di casi di contagio ne sono stati registrati in diverse parti, persino sull’isola del Giglio, quella diventata famosa per l’incidente della Costa Concordia e che per anni ha avuto i fari puntati per la presenza della nave incagliata a poche miglia dal porto. Qui, in particolare, è risultata positiva una coppia proveniente da Piacenza, una delle città più colpite dall’emergenza Covid-19. E subito tra gli abitanti si è scatenata la paura per possibili contagi e per una rapida diffusione dell’epidemia, che per fortuna al momento non c’è stata.

Ci sono poi otto contagiati sull’isola D’Elba, di cui ben sei solo nella piccola località di Rio Marina. Un positivo al coronavirus è stato rintracciato anche a La Maddalena, in Sardegna, mentre tra Capri ed Ischia sono state una trentina le persone venute a contatto con il morbo. In quest’ultima isola, le autorità locali, già nel primo fine settimana successivo alla scoperta dei focolai nel nord Italia avevano proibito l’ingresso ai turisti lombardi e veneti. Un’ordinanza quella, poi cancellata dalla Prefettura di Napoli. Ma oggi, a denti stretti, sono molti i cittadini che anche sui social pensano che isolarsi da subito era la scelta migliore da fare. Ed è proprio questo il punto: come verificato proprio a Linosa, le comunità isolane hanno come obiettivo quello di blindarsi.

Addirittura il sindaco delle isole Tremiti, come riportato da IlFattoQuotidiano, amministra la sua comunità di 300 persone da Termoli, nel Molise. Era fuori sede quando è scattata l’emergenza ed è rimasto fuori dal proprio territorio: troppo rischioso tornare, potrebbe essere un azzardo introdurre anche una singola persona dall'esterno, sia anche il Sindaco in questo caso. Il vero nodo del problema, è che nelle isole anche in condizioni normali curarsi è molto difficile. Il distanziamento geografico, unito alla scarsità di strutture adeguate, sta mettendo ancora più paura alle popolazioni isolane. Se il virus dovesse colpire in modo aggressivo ed un soggetto dovesse aver bisogno di un supporto respiratorio, ben che vada bisognerebbe attendere elicotteri o condizioni meteomarine adeguate per il trasporto verso i più vicini ospedali cittadini. Un’emergenza sanitaria in tutte le varie isole minori che circondano le nostra penisola, sarebbe ingestibile. Ed allora, per adesso, la principale cautela è quella di rendere le isole ancora più isole. Anche se tutto questo ha un prezzo enorme: la totale disfatta dell’economia.

Già perché proprio adesso, i territori menzionati, si sarebbero dovuti preparare a quello che rappresenta il vero motore che permette di attivare la fonte maggiore di approvvigionamento: il turismo. La stagione estiva è ormai alle porte e gli imprenditori delle isole in questo periodo avrebbero già dovuto iniziare i lavori per accogliere al meglio i turisti ed offrire loro la migliore ospitalità.

Luoghi di bellezza storica circondati dalla natura con un mare cristallino, hanno sempre fatto registrare numerose presenze provenienti non solo dall’Italia ma anche da ogni parte del mondo. E adesso? Il rischio è che per questa estate possa saltare tutto con gravissime ripercussioni sull’economia di queste isole. In Sicilia, ad esempio, la stagione balneare che di solito parte il primo maggio è stata sospesa. Nessuna data al momento per l’avvio. La decisione è stata assunta e comunicata dalla Regione Siciliana e rientra nelle misure di contenimento di contagio da coronavirus. Sospesi anche tutti i lavori di campionatura delle acque. Questa potrebbe essere considerata al momento solo una fase transitoria ma ovviamente non vi è certezza su nulla.

Non si sa come si evolverà la situazione da qui ai prossimi mesi estivi.

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