Cronache

Coronavirus, scuola-università: cambia il riconoscimento dei titoli di studio

Il coronavirus ha cambiato i tempi e le modalità di apprendimento scolastico. In uno studio, l'impatto sul conseguimento dei titoli di fine ciclo scolastico

Coronavirus, scuola-università: cambia il riconoscimento dei titoli di studio

L'emergenza Coronavirus ha avuto un impatto notevole sulla formazione scolastica (di qualunque ordine e grado) comportando dei cambiamenti dastrici nelle modalità di apprendimento e svolgimento delle lezioni. La didattica online si è sostituita alla cosiddetta ''scuola di presenza", ovvero, quella tradizionale tra le mura dell'aula e a contatto diretto con l'insegnante. In conseguenza della nuova prassi, anche gli esami conclusivi di fine ciclo sono stati stravolti segnando una svolta, per certi versi innovativa, circa il riconoscimento dei titoli di studio nella transizione scuola-università.

Lo studio di Cimea

Secondo uno studio condotto da Cimea (Centro di Informazione sulla Mobilità e le Equivalenze Accademiche) la crisi legata alla diffusione del coronavirus ha imposto nuovi equilibri, specie in ambito formativo e, più in generale, didattico. Il documento, che illustra le linee guida per il riconoscimento dei titoli, non solo presenta la situazione in Italia ma illustra i cambiamenti relativi agli esami finali di scuola secondaria superiore e ai titoli di accesso alla formazione superiore in 16 casi studio di diversi Paesi del mondo. La buona notizia è che i titoli rilasciati quest’anno avranno accesso alle procedure di riconoscimento anche nei prossimi anni, ma sarà necessario avere un archivio accurato e aggiornato dei cambiamenti indotti dall’emergenza legata al diffondersi del virus. A tal proposito, Il Ministero dell’Istruzione italiano ha realizzato una pagina web dedicata al Coronavirus dove vengono presentate tutte le iniziative per supportare le istituzioni scolastiche, una sezione “Domande e risposte”, una dedicata a “Atti e norme”, dove sono riportati tutti gli atti rilevanti per il comparto scuola e università, e una dedicata ai link utili.

Cambiano gli esami di fine ciclo degli studi

Come mostra lo studio di Cimea, in alcuni dei Paesi il titolo finale viene rilasciato a fronte del regolare completamento del ciclo di studi (come accade, ad esempio, in Italia); in altri è prevista una prova finale “interna”, decisa e gestita cioè dalla medesima istituzione scolastica. In altri ancora, invece, la prova finale è stabilita a livello nazionale e amministrata da istituzioni esterne. Infine, ci sono Paesi che ad oggi prevedono una prova specifica di ammissione alla formazione superiore, obbligatoria esclusivamente per coloro i quali intendano proseguire gli studi universitari. Per le qualifiche internazionali, come ad esempio l’International Baccalaureate (IB) Diploma Programme, la complessità aumenta in maniera esponenziale poiché non afferiscono ad alcun sistema nazionale particolare. La conoscenza dei cambiamenti in atto è dunque cruciale per garantire tali principi non solo con riferimento al 2020, ma anche negli anni successivi.

Cosa accadrà in futuro?

Gli estensori del documento di Cimea profilano nuovi scenari per il futuro della scuola. "Uno scenario è che la situazione attuale porti, anche in ambito di formazione superiore, a un aumento di percorsi formativi brevi, - si legge nel documento - molto orientati al mercato al lavoro (e.g. le cosiddette micro-credentials). È possibile infatti che da un lato vi sia una percentuale di popolazione che dopo la crisi dovrà riconvertirsi, o perché la crisi ha portato alla cessazione del precedente contratto di lavoro, o perché la digitalizzazione ha meno reso strategica quella competenza, o ancora perché il mercato del lavoro post-COVID ha visto la nascita di nuovi ambiti di attività professionale".

Le nuove offerte formative, dunque, potrebbero essere più brevi e legate al mondo digitale, un cambiamento non necessariamente negativo ma che, al contrario, potrebbe aprire a nuove prospettive.

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