L'immagine copertina del pezzo è eloquente e rarissima: è la fotografia del satellite Meteosat di poche ore fa. Si vede un serpentone di nubi compatte e continue dal Marocco a Capo Nord lungo seimila chilometri in linea d'aria. Se da Casablanca un aereo volasse fin su Oslo, per tutta la durata del volo piloti e passeggeri vedrebbero sotto di loro un muro di nubi compatto e senza soluzione di continuità. Una copertura così estesa, dall'Africa al Nord Europa, non si osserva certo tutti i giorni. La causa è in quell'enorme "motore" ciclonico posizionato tra Algeria e Mediterraneo responsabile di una vastissima perturbazione i cui effetti maggiori sono comunque limitati a deboli piogge e nevicate sui monti di Penisola Iberica, Francia e Italia settentrionale.
Il colore di cielo e neve
Come ci siamo occupati sul Giornale.it, oltre a questo fenomeno di nubi compatte visibile soltanto grazie al satellite che invia immagini aggiornate ogni 15 minuti dai suoi 36mila chilometri di altezza, tempeste di sabbia nel cuore del deserto del Sahara hanno provocato l'innalzamento del pulviscolo sabbioso sui cieli di mezza Europa: ecco spiegato perché da due giorni osserviamo cieli gialli o rossastri all'alba e al tramonto. È tutto collegato: l'enorme vortice ciclonico ha innalzato il pulviscolo fino a 10mila metri di altezza creando questo gioco di colori e estendendo il suo raggio d'azione fin su territori ben distanti.
Il perché del fenomeno
La cosa incredibile agli occhi di un osservatore è il colore della neve caduta nelle ultime ore su Alpi e Pirenei: gialla, a causa dei residui sabbiosi presenti in quota che sono precipitati durante l'evento. Ecco perché una parte delle nostre montagne, stamattina, non aveva il classico colore bianco candido ma giallastro. È uno dei pochi casi, questo, in cui il cambiamento climatico in atto non c'entra nulla: sebbene questa volta sia stato molto esteso, è un evento che si verifica anche più volte nell'arco dell'anno quando a una bassa pressione in risalita dal Nord Africa si associa anche un forte richiamo di intensi venti di Scirocco. Come spiegano gli esperti, quando una forte depressione si forma alle basse latitudini, richiama aria mite da Marocco e Algeria in corrispondenza del deserto del Sahara dando origine al fenomeno della "sabbia in sospensione" nel cielo pilotata dalle correnti.
Come detto, a esserne maggiormente colpiti sono stati Pirenei e Dolomiti: nelle piste da sci si vede il giallo della sabbia con zone più bianche "spazzate" durante la discesa degli sciatori.
Il fenomeno, però, ha le ore contate: il carico di sabbia in sospensione continuerà ad interessarci per altre 24 ore, dopodiché si spalancheranno nuovamente le porte del gelo russo e la circolazione atmosferica tornerà a essere settentrionale. Da nord a sud attese nevicate a bassa quota durante il fine settimane, neve che andrà a coprire definitivamente il colore giallo più tipico dei paesaggi desertici.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.