Cronache

Giustizia, arriva il corso pro-gay E scoppia la polemica "Propaganda arcobaleno"

Parte il corso del Consiglio Nazionale Forense dedicato all'inclusione delle persone LGBTIQ+. L'associazione Pro Vita e Famiglia: "La propaganda arcobaleno entra nelle aule e negli studi"

Giustizia, arriva il corso pro-gay E scoppia la polemica "Propaganda arcobaleno"

Dalla difesa dei diritti fondamentali, alle problematiche legate alla discriminazione sessuale, fino agli stereotipi del linguaggio. Sono alcuni degli argomenti su cui verterà il nuovo corso del Consiglio Nazionale Forense (CNF), dedicato alle persone LGBTIQ+ e a quelle appartenenti ad etnie diverse dalla maggioranza della popolazione.

Il corso "dedicato alla diversità e all'inclusione" prenderà il via giovedì 11 febbraio alle ore 14.30 e i posti sono già esauriti. Ad organizzarlo, come riportato sulla pagina Facebook del CNF che ne ha annunciato l'inizio, è stata la Commissione diritti umani. La partecipazione al corso conferirà 18 crediti formativi. Prima degli interventi, i partecipanti saranno accolti dal saluto introduttivo della Presidente facente funzioni del CNF Maria Masi. Poi, ad aprire le "lezioni" sarà il Presidente emerito Guido Alpa, che guiderà una "lectio magisrtralis" e un dibattito relativi al ruolo dell'avvocatura nella difesa dei diritti fondamentali, in cui interverranno anche Stefania Stefanelli, dell'Università di Perugia, Vincenzo Miri, Presidente di Avvocatura per i Diritti LGBTI - Rete Lenford e Hilarry Sedu, consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Napoli.

Al via giovedì 11 febbraio, alle 14.30, il corso del CNF dedicato alla diversità e all’inclusione. Il corso,...

Pubblicato da Consiglio Nazionale Forense su Lunedì 8 febbraio 2021

L'iniziativa ha scatenato la reazione immediata dell'associazione Pro Vita e Famiglia onlus, che vede il corso come un "indottrinamento" dei professionisti forense secondo la "propaganda arcobaleno". "'Indottrinare' i professionisti forensi ormai è una pratica non solo consentita ma addirittura incentivata- ha dichiarato il presidente dell'associazione, Toni Brandi- Il corso sull’inclusione delle persone LGBTQI+ e di origine etnica e razziale diversa dalla maggioranza, pubblicato sulla pagina Facebook del Consiglio Nazionale Forense, è già tutto esaurito e prevede addirittura 18 crediti formativi a chi vi parteciperà giovedì 11 febbraio, alle 14.30, sulla piattaforma Zoom". Un'iniziativa che permetterebbe alla "propaganda arcobaleno" di entrare nella auke, che diventeranno "lo specchio della sopraffazione ideologica". Ma l'assunzione o meno di una persona, si chiede il presidente Brandi, non dovrebbe essere legata alle proprio capacità? Una persona dovrebbe essere assunta non per "un un determinato colore o orientamento sessuale", ma per le proprie abilità e competenze. "Nel mondo forense non c’è discriminazione- conclude- e non credo che gli avvocati abbiano bisogno di corsi per capire quello che già prevede l’articolo 3 della Costituzione".

Sulla stessa linea anche il vicepresidente di Pro Vita e Famiglia onlus, Jacopo Coghe, che ha commentato l'iniziativa. Tra gli aspetti del corso che ha destato maggior stupore c'è, infatti, quello relativo ai "Punti di forza dell’avvocato inclusivo. La capacità di valorizzare ed attrarre i talenti e comprendere l’evoluzione del mercato e dei clienti. Esperienze dagli studi professionali e dalle aziende". "Insomma- ha precisato Coghe- l’inclusività come fattore di successo imprenditoriale e professionale. Quindi ci dicono che chi non si adegua a questa visione 'dottrinale' è destinato all’insuccesso e al fallimento?". Secondo Coghe, è bene che gli avvocati e i professionisti forensi non cadano in questi ragionamenti.

E lancia un appello conclusivo: "Non si lascino insegnare la lingua orwelliana del finto rispetto e si ricordino che tutti sono uguali davanti alla legge".

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