Coronavirus

"Così gli anticorpi monoclonali fanno guarire i malati in 48 ore"

Giorgio Palù: “Non ci libereremo del virus, ma non soccomberemo”. Ci adatteremo a lui o viceversa, come è avvenuto in tutte le pandemie

"Così gli anticorpi monoclonali fanno guarire i malati in 48 ore"

Gli anticorpi monoclonali possono davvero fare la differenza e far guarire i malati Covid in 48 ore. E, se si chiede a Giorgio Palù, professore emerito dell'Università di Padova, ex presidente della Società italiana ed europea di Virologia, se è fiducioso nell’arrivo prossimo di un vaccino, come riporta Libero, l’esperto risponde così: “Certo, ma guardi: si parla tanto del vaccino, ma c'è già la cura a base di anticorpi monoclonali. Il Regeneron è una combinazione di tre monoclonali che ha curato Trump in 48 ore. Berlusconi è guarito col Remdesivir, l'eparina e il cortisone. Il problema dei monoclonali, al momento, è che non vengono prodotti in grande quantità, ma hanno dimostrato che questo virus dà l'immunità”.

Non ci sono basi per parlare di terza ondata

Il virologo ha tenuto a sottolineare che il coronavirus non è l'Hiv. Naturalmente, e questo lo abbiamo capito, il Covid-19 è più virulento di una normale influenza, ha una letalità maggiore ma, come asserito dal professore, non è per nulla paragonabile a quella provocata da altri virus. Altro elemento che ha voluto evidenziare è quello dell’età media dei decessi, ovvero 81 anni, “esattamente la vita media di un maschio adulto italiano. E chi muore, purtroppo, ha 2-3 comorbosità. Ripeto: non ce ne libereremo perché il virus diventerà molto probabilmente endogeno alla specie umana, avrà origine interna”. Sul fatto che qualcuno parli già di terza ondata, il giudizio di Palù è molto cauto, in quanto non vi sono alcune basi per dire una cosa simile. A suo parere, dal punto di vista semantico è anche sbagliato parlare di seconda ondata, in quanto gli unici ad azzerare la prima sono stati i cinesi. Da noi si può eventualmente parlare di seconda fase.

Più contagioso ma non più virulento

L'impennata dei contagi preoccupa, “anche perché ultimamente la curva è cresciuta esponenzialmente. Da qualche giorno però sembra che stia leggermente deflettendo, c'è una stabilizzazione sia nei nuovi contagi che nelle terapie intensive. Non dei ricoveri però, e mi permetta di dire che la gente finisce in ospedale anche per il terrorismo che viene diffuso da certi media e pseudo esperti”. La stabilizzazione può dipendere dall’utilizzo della mascherina, fondamentale, che prima era usata da poche persone.

Secondo il virologo non ci libereremo del virus, ma non soccomberemo. Anche perché, se il virus uccide l'ospite, muore anche lui. Quello che sta girando in Italia è simile a quello spagnolo, e la mutazione della proteina “s” lo differenzia da quello cinese uscito dalla cittadina di Wuhan. È più contagioso rispetto all’altro, ma non più virulento, e adesso sembra destinato a restare con noi, come avvenuto per altri virus precedentemente.

“L'orologio biologico del genoma dice che il Covid-19 gira da settembre. Si è adattato all'uomo. Questo virus non è Sars, non è Mers, non è vaiolo, che hanno avuto un tasso di mortalità superiore anche al 30%. Il Covid ha una letalità media dello 0,4%” ha aggiunto Palù. Il virologo non ha certo paura di essere tacciato come negazionista, anche perché è già avvenuto. Non nega nulla ma si basa sui dati, sulla scienza, sulla storia.

Non vuole assolutamente sottovalutare il virus, ma gli studi di sieroprevalenza, come ha ricordato, hanno dimostrato che nella Bergamasca si è sviluppata una certa immunità, e che là il 45% della popolazione ha sviluppato gli anticorpi.

Commenti