Coronavirus

Ma così si crea confusione sul vaccino

Attenzione che il green pass non si trasformi in un green pasticcio.

Ma così si crea confusione sul vaccino

Attenzione che il green pass non si trasformi in un green pasticcio. Il passaporto verde, fino a oggi, ha dato i suoi frutti: innanzitutto assestando una potente accelerazione alla campagna vaccinale e, in secondo luogo, creando degli ambienti - non a rischio zero - ma sicuramente più protetti. Inoltre aveva sostituito la pratica invasiva, e anche un pochino onerosa, del tampone. «Aveva», abbiamo utilizzato l'imperfetto perché il tampone è tornato: obbligatorio per chi viene da Paesi stranieri (anche se duplicemente o triplicemente vaccinato) e, stando alle parole del coordinatore del Cts Franco Locatelli, potrebbe essere richiesto (anche agli immunizzati) per partecipare ai grandi eventi. Sgomberiamo subito il campo da fraintendimenti, da queste colonne abbiamo sempre difeso tutte le misure che potessero prevenire il contagio: dalle mascherine obbligatorie anche all'aperto fino alle varie chiusure, passando per le dosi - due, tre ma se necessario anche quattro - di siero anti Covid. Però, se prima inviti tutti a vaccinarsi e imponi il tampone solo a chi non lo ha fatto e poi, cambi idea, e lo imponi pure a chi lo ha fatto, ingeneri confusione e - soprattutto - rischi di indebolire e rallentare la campagna di immunizzazione. Ed è l'ultima cosa di cui il Paese ha bisogno, in un momento in cui la pandemia ha ricominciato velocemente e pericolosamente a galoppare. Confusione che viene ulteriormente accresciuta dal fatto che il tampone è richiesto in modo arbitrario. Perché, ahinoi, il Coronavirus non si imbuca solo ai grandi, ma anche ai piccoli eventi. Dunque perché farsi tamponare prima di un concerto e non prima di attovagliarsi in un piccolo ristorantino? Ma, soprattutto, se dovesse tornare l'obbligo del controllo nasale a cosa sarebbero serviti i green pass e i super green pass che in tanti Paesi europei ci stanno copiando? Una scelta che potrebbe prestare pericolosamente il fianco alla scellerata galassia No Vax e che, in particolar modo, radicalizza ancora di più quei sei milioni di italiani che ancora oggi non si sono sottoposti all'iniezione, ancorati con le unghie al baluardo del tampone.

Inoltre l'ulteriore controllo per chi proviene dall'estero, non solo confonde ulteriormente la situazione, ma piomba come una ghigliottina sul settore turistico. Un comparto che aveva appena rialzato la testa e che ora si trova a dover fare i conti con una legislazione a dir poco bizantina, con il conseguente crollo delle prenotazioni già denunciato dalle associazioni di categoria.

Per combattere il virus servono certezze, la confusione è il miglior alleato del Covid e il peggior nemico della corsa vaccinale.

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