- la guerra in Ucraina brucia più mediatori che Salvini candidati al Colle. La Germania ci prova, ma arranca. Macron ha un filo diretto con Putin, ma per ora senza successo. Israele si è mossa, ma chissà. La Turchia potrebbe raggiungere qualche oviettivo, vediamo se l'incontro Lavrov-Kuleba porterà a qualche risultato. Incombe, invece, la Cina. Che oggi ha fatto sapere di stare dalla parte di Putin ("la colpa del conflitto è della Nato guidata dagli Usa") ed è forze l'unico protagonista internazionale in grado di riportare Putin a più miti consigli
- dopo un primo freddo sostegno a Mosca, ora Pechino sembra aver rotto gli indugi: si schiera al fianco di Putin. Ha per caso fiutato che il pendolo della guerra pende più verso la Russia?
- Biden vieta le forniture di petrolio e gas dalla Russia. Bene. Dicono pure "La libertà ha un costo", come se l'Occidente dovesse seguirlo. Piccolo appunto, però: gli Usa importano solo il 3% del loro import di greggio da Mosca. L'Italia dipende per il 13%. Bello fare le sanzioni con i soldi degli altri
- Blinken, segretario di Stato Usa, sbatte la porta in faccia all'Ucraina: "Se fossi nella posizione del presidente Zelensky, sono sicuro che chiederei tutto il possibile - ha detto - ma mandare soldati o piloti americani in Ucraina o nello spazio aereo ucraino porterebbe certamente a un conflitto diretto con la Russia". Cioè alla guerra mondiale. Tradotto: abbiamo imposto le sanzioni, vi inviamo le armi, ma da adesso in poi fate voi.
- il sindaco di Kiev fa sapere che, qualora circondata, la capitale potrebbe resistere una massimo due settimane. Putin lo sa. E se dovesse riuscire a isolare Kiev così come fatto con Mariupol e altre città, renderebbe meno forte al tavolo del negoziato Zelensky
- le nostre aziende continuano a pagare l'energia a prezzi esorbitanti. Le Fonderie di Brescia rischiano di chiudere, uccise dal caro bollette. La situazione era già grave prima della guerra, ora con le sanzioni sono alla disperazione. Teniamolo a mente, quando parliamo della guerra in Ucraina
- il presidente ucraino ha aperto alla possibilità di discutere sui territori del Donbass, della Crimea e pare anche sulla neutralità dell'Ucraina.
Che poi erano le richieste della Russia. Domanda, un po' impertinente: ma se dovevamo arrivare sin qui, non era meglio trattare prima?- chi scrive ha avuto l'emicrania, quindi oggi vi dovrete accontentare di una rubrica versione breve
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