La fake news sul boom dei cani abbandonati ​a causa del coronavirus

La presidente dell’Ente nazionale per la protezione degli animali smentisce la fake news sull'aumento di abbandoni dei cani per paura del Covid-19

La fake news sul boom dei cani abbandonati ​a causa del coronavirus

Sono settimane confuse e paurose. Ogni giorno nelle nostre vite cambia qualcosa. Mentre cerchiamo di adattarci a una nuova quotidianità siamo bombardati da informazioni sull’emergenza coronavirus. Notizie che non sempre si rivelano vere. Una delle più grandi bufale circolate in queste ore ha a che fare con i nostri amici a quattro zampe. C’è chi sostiene che gli abbandoni siano in aumento. Dicono che è tutta colpa di una paura infondata e che in tanti guardino ai propri animali domestici come una minaccia. Si teme che possano trasmettere il Covid-19.

Sulla questione è anche intervenuto il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli con un appello: “Non abbandonateli, non è dimostrata la possibilità di contagio”. È persino nata una challenge che continua a rimbalzare social network: “Postate una foto del vostro amico peloso e scrivete #iononticontagio, non mi abbandonare”. Ma cosa c’è di vero in questa storia? Nulla. È solo un passaparola che a furia di circolare è diventato virale. La smentita sul presunto aumento degli abbandoni è arrivata da Carla Rocchi, presidente dell’Ente nazionale per la protezione degli animali (Enpa). Sentita dall’Adnkronos la Rocchi ha spiegato che la notizia “è assolutamente priva di qualunque fondamento”. Il problema semmai è un altro: "Abbiamo riscontrato un comprensibile rallentamento delle adozioni nelle ultime due settimane", ha detto la Rocchi. Un’ovvia conseguenza della quarantena. Il decreto del governo non ha espressamente vietato le adozioni, tuttavia ha stabilito che le movimentazioni di animali debbano essere differite “salvo eccezioni inderogabili legate al benessere degli animali”.

Un modo per ridurre le occasioni di contagio, ma anche per contrastare i furbetti. Quelli che per eludere le restrizioni sono disposti a tutto: persino a prendere un cane. Servendosi dell’animale per giustificare uno spostamento che altrimenti sarebbe vietato. Il vero boom, infatti, non riguarderebbe affatto gli abbandoni, bensì i tentativi di accaparrarsi un cane. Tanto che in Sardegna le adozioni nei canili comunali sono state bloccate. “Quando è scattata quest’emergenza, abbiamo ricevuto tramite l’Assl, una nota dall’assessorato regionale della Sanità, che ha deciso di chiudere al pubblico tutti i canili”, spiegano all’Agi i dipendenti dal canile di Cagliari. “Con l’emanazione del decreto, sono state sospese tutte le adozioni, anche per disincentivare le persone a trovare la scusa per poter uscire da casa”, aggiungono. In lizza per adottare un cane ci sarebbero soprattutto famiglie con bambini: “Ci hanno detto che, approfittando della chiusura degli istituti scolastici, ora avrebbero potuto seguire bene il cane. Ci hanno contattato anche persone che da molto tempo hanno un nostro animale in affido, a distanza, per chiederci se ci fosse la possibilità di avvicinarsi in canile per prenderlo e portarlo a casa”.

Insomma, tutto d’un tratto diverse persone hanno deciso di aprire la loro porta di casa a un cane. Più che una certezza di tratta di un sospetto.

E allora viene da chiedersi: chissà se alla fine di questo periodo buio rimarranno dello stesso avviso. “L’auspicio è che quando terminerà questa emergenza possa esserci un’ondata di adozioni consapevoli - spiegano ancora da Cagliari - ci auguriamo che le persone colgano l’occasione per riflettere meglio”.

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