Il cardinal Angelo De Donatis, vicario della diocesi di Roma e dunque vicario di Papa Francesco, è risultato positivo al Covid-19.
Nel corso di queste settimane, il Vaticano, come buona parte delle istituzioni del mondo, è stato costretto al confronto diretto con la pandemia dovuta alla diffusione del coronavirus. Sino a qualche giorno fa, il conteggio relativo alle persone contagiate tra quelle che risiedono all'interno delle mura leonine era fermo a sei casi. Il cardinale Angelo De Donatis, una volta emersa la sua positività, ha voluto manifestare vicinanza a chi soffre, offrendo la sua preghiera.
Stando a quanto si apprende dall'Adnkronos, il cardinale italiano è già stato ricoverato presso il Gemelli. Parliamo della più alta carica ecclesiastica coinvolta dall'inizio di questa storia. Il primo caso di positività da Covid-19 era stato registrato dal Vaticano lo scorso 6 febbraio. Con ogni probabilità, si era trattato di un sacerdote del Nord Italia. Poi, dalle parti di piazza San Pietro, il numero ha raggiunto la cifra indicata poco fa.
Le precauzioni erano già state prese: la Santa Sede non è si è discostata da quanto disposto dalle autorità civili. Le udienze sono state sospese. Molte attività sono state chiuse. Le trasferte di lavoro, salvo casi eccezionali, sono state sospese. Il supermercato e la farmacia del Vaticano, invece, sono aperti, ma di base le restrizioni sono quelle che valgono pure per il suolo italiano. La Sala Stampa della Santa Sede - come ripercorso pure dall'edizione odierna de Il Messaggero - ha diramato una nota, mediante cui ha dato la notizia della positività al Covid-19 del membro del collegio cardinalizio: "Dopo la manifestazione di alcuni sintomi, ( il cardinale vicario De Donatis, ndr) è stato sottoposto al tampone per il Covid-19 ed è risultato positivo. Il cardinale è ora ricoverato al Policlinico Gemelli. Il primo bollettino medico non fa di certo rientrare il suo caso tra quelli preoccupanti: "Ha la febbre, ma le sue condizioni generali sono buone, ed ha iniziato una terapia antivirale", si legge sulla fonte sopracitata. In questi giorni, il livello dell'allerta si è alzato. E il motivo è presto detto.
Il caso che è balzato agli onori delle cronache con più incidenza ha riguardato un monsignore italiano che dimora presso l'albergo di Santa Marta, ossia presso la medesima residenza scelta da Papa Francesco quando è stato eletto al soglio di Pietro.
Pare che Jorge Mario Bergoglio, nonostante questo quadro, non abbia preso in considerazione l'ipotesi di trasferirsi presso gli appartamenti papali o altrove. Si era anche vociferato dell'ipotesi Castel Gandolfo, ma l'ex arcivescovo di Buenos Aires ha optato per rimanere dov'è sempre stato nel corso di questi sei anni e mezzo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.