Crollano le entrate a San Pietro: decurtati i compensi ai canonici

Le casse del Vaticano sembra stiano subendo una crisi che ha costretto il cardinale Comastri ad una scelta radicale: tagliare i compensi dei canonici di San Pietro

Crollano le entrate a San Pietro: decurtati i compensi ai canonici

La lettera inviata a tutti i canonici da parte del cardinale Angelo Comastri è datata 22 aprile 2020 e, tra le altre cose, conferma la crisi che in questo periodo sta duramente colpendo le casse dello Stato Vaticano. Lo stesso arciprete spiega che a causa dello choc collettivo per la chiusura di San Pietro al pubblico c'è stato un successivo crollo di flussi di cassa e dunque una riduzione dei compensi dei canonici è necessaria se non obbligatoria. A tutti i canonici di San Pietro, si legge su Il Messaggero, sono stati tagliati i cosiddetti "emolumenti" già a partire da questo mese. I canonici potranno benificiare di una sorta di ammortizzatore sociale interno alla Chiesa, un fondo di solidarietà predisposto e foraggiato negli anni con accantonamenti che per l'appunto sarebbero stati utilizzati in periodi di magra.

Angelo Comastri, Arciprete della Basilica di San Pietro e prossimo alla pensione, ha specificato che a causa della crisi Covid-19 si è presentata alle porte della Chiesa un'incertezza economica che non dà possibilità di previsioni e dunque tutti i canonici insieme agli altri sacerdoti: "Avranno accesso ad un Fondo di Solidarietà che la Chiesa ha fortunatamente e prudentemente accantonato". Comastri ha successivamente spiegato che: "Dal mese di maggio non sarà più preparata o consegnata la busta finora usata con la distinta delle varie voci poiché si tratterà esclusivamente di un atto di solidarietà". Oltretutto, a causa della mancanza di fondi, verrà anche detratta una piccola somma di denaro ciascuno: "Come nella volontà di Papa Francesco è opportuno continuare a fare opere di carità".

La crisi e la pandemia del coronavirus ha fatto sì che i flussi di turisti sparissero completamente da San Pietro, oltre alla stessa chiusura della basilica. Nella lettera lo stesso Comastri definisce la situazione come "Assolutamente surreale". Un fiume di denaro quotidiano generato da migliaia di turisti che con gran pazienza formavano lunghe code per visitare la Basilica, il museo annesso e soprattutto comprare souvenir nei vari negozi dislocati in tutto il territorio del Vaticano. Un vero e proprio fiume di denaro che ogni giorno affluiva nelle casse dello Stato: "Il Covid è stato un disastro per le economie di San Pietro.

Ha comportato la perdita totale degli introiti che venivano dall'ingresso del museo e dai punti vendita degli oggetti. Ora, con la riapertura della basilica, la speranza è che gli introiti tornino".

La pandemia coronavirus non ha risparmiato neanche la Chiesa e la lettera di Comastri ne è la chiara dimostrazione.

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