Dai giudici assist al terrore

Mentre la giudice Iolanda Apostolico e alcuni suoi colleghi s'impegnano per vanificare il trattenimento e il rimpatrio degli "irregolari" tunisini, un altro migrante tunisino si trasforma in "lupo solitario"

Dai giudici assist al terrore
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Mentre la giudice Iolanda Apostolico e alcuni suoi colleghi s'impegnano per vanificare il trattenimento e il rimpatrio degli «irregolari» tunisini, un altro migrante tunisino si trasforma in «lupo solitario» e riapre il capitolo terrorismo a Bruxelles. Alla miopia dei magistrati, che a Brescia assolvono un bengalese accusato di bastonare la moglie, s'aggiunge quella di una sinistra europea pronta a battersi per i diritti umani dei migranti, ma non per la nostra sicurezza.

In tutto ciò, la partita fondamentale si gioca a Tunisi. Dal suo esito dipende non solo il controllo del traffico di uomini, ma anche l'arresto della penetrazione terrorista. Il presidente tunisino Kais Saied, dipinto come un dittatore per aver sbattuto in galera Rachid Ghannouchi, capo del partito islamista Ennahda, è il nostro migliore alleato. Il perché lo fa capire il sottosegretario Alfredo Mantovano. Nel 2023 i flussi migratori dalla Tunisia hanno portato in Italia oltre 17mila migranti provenienti da Mali, Cameron e Burkina Faso, tre Paesi dove «si registra la più alta concentrazione di gruppi terroristici islamisti». In Burkina Faso, oltre il 50% del territorio non è più controllato dai militari, ma da «califfati territoriali». Questa deriva si aggiunge al disastro di una Tunisia dove la «primavera araba» del 2011 ha distrutto l'economia e favorito l'islam radicale. Chi accusa Kais Saied di violare i diritti umani, ignora che Ghannouchi e il partito Ennahda - oltre ad esser parte di quella Fratellanza Musulmana da cui è nata Hamas - hanno rimesso in libertà centinaia di jihadisti e permesso a oltre 5mila militanti dell'Isis di raggiungere Libia, Siria e Iraq. In quell' «humus» radicale crebbe anche Anis Amri, il «lupo solitario» arrivato in Italia su un barcone e passato poi in Germania dove, nel 2016, mise a segno la strage dei mercatini di Natale.

E dall'Italia è passato, da migrante, anche Abdesalem Lassoued, il tunisino che ha riportato la paura a Bruxelles. Quanto basta per farci capire che il blocco delle partenze dalla Tunisia e gli aiuti al suo presidente sono fondamentali per impedire il ritorno in Europa del terrore jihadista.

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